Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani ha espresso recentemente alcune considerazioni riguardanti il ritorno della materia di Educazione civica a scuola. Emergono alcune perplessità al riguardo. In questo articolo riassumeremo il punto di vista del Coordinamento su tale argomento di attualità.

Educazione civica: il ritorno della materia a scuola è positivo?

L’Educazione civica, da quel che si evince  allo stato attuale, è una materia autonoma da sviluppare in 33 ore annuali. Tuttavia, rimane una materia d’appannaggio trasversale. Di conseguenza, ciò comporta il rischio di veder sottratto tempo prezioso allo svolgimento dei programmi, come si legge nel comunicato: in funzione di altre esigenze didattiche non collegate alla materia di nuova istituzione.

Inoltre, in considerazione della già citata ‘trasversalità‘, si corre il rischio di cadere nuovamente in un errore già occorso nel passato recente, ovvero, chiunque potrà dirsi abilitato a tale materia. Il CNDDU consiglia pertanto di assegnare l’insegnamento di tale disciplina alle figure professionali più idonee a tale dottrina: i docenti appartenenti alla cdc 046.

La possibilità di attingere dalla classe di concorso in questione, si comprende dal comunicato, rappresenta la strada più efficace e per la buona riuscita della riforma. In alternativa, tutta l’operazione rischia seriamente di essere resa vana.

Le speranze del Coordinamento 

Di conseguenza, il CNDDU si augura che quanto affermato dall’onorevole Elisabetta Barbuto (M5S) circa la proposta di Legge in Camera del rientro dell’Educazione Civica, possa concretizzarsi: Per il momento questo obiettivo è stato raggiunto per le scuole del secondo ciclo in cui sia presente nell’organico dell’autonomia un docente della classe di concorso A046, ma confidiamo che, in occasione della prima relazione che il ministro dell’Istruzione renderà al Parlamento in attuazione della nuova norma, sarà riconosciuta l’esigenza che tutte le scuole possano e debbano dotarsi di tale figura specializzata. Qui di seguito vi proponiamo il comunicato originale, gentilmente inviatoci dai professori Romano Pesavento e Alessio Parente (che ringraziamo).

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