Violenza su docente a Lodi, la mamma con la sua dichiarazione si è autodenunciata. La normativa vigente è molto chiara: chi offende o usa violenza su un docente, commette un reato. Ora occorre procedere, toccando anche il portafoglio della signora.
Violenza su una docente a Lodi
Violenza su una docente a Lodi. La vicenda è nota. A una studentessa di 17 anni è applicata la sanzione di una sospensione di quindici giorni. La mamma reagisce, aggredendo fisicamente e ripetutamente una docente.
Si legge sul Corriere della Sera “A confermare l’episodio il preside dell’Einaudi Francesco Terracina che ha accompagnato la sua vice al Pronto soccorso di Lodi: la prognosi è di tre giorni. «È ancora scossa per l’accaduto – racconta – anche perché la madre ha evidentemente individuato in lei un capro espiatorio per la sospensione di sua figlia, che di regola è un provvedimento collegiale». La madre ora rischia una denuncia per lesioni, la ragazza una sospensione fino al termine dell’anno scolastico, visti i precedenti: «È una ragazza con problemi e cresciuta in un contesto educativo difficile – afferma Terracina”
L’autodenuncia della mamma
Ovviamente la mamma minimizza l’accaduto. Ha rilasciato un’intervista dichiarando che ha solo dato due schiaffi e questi non possono giustificare l’intervento del Pronto Soccorso. Non chiederà scusa alla docente. Prima deve farlo lei. Poi, forse…
Basta questa dichiarazione per denunciare la mamma. Senza saperlo, anzi si è autodenunciata per oltraggio e offese alla docente, che nell’esercizio delle sue funzioni è pubblico ufficiale.
Il reato non scatta dopo x offese e/o violenze. Lo è sempre! E’ sufficiente un solo gesto ostile.
Il riferimento è la sentenza 15367 del 2014 che ovviamente stabilisce alcune condizioni, presenti nella vicenda:
- l’offesa all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale deve avvenire alla presenza di più persone;
- deve essere realizzata in luogo pubblico o aperto al pubblico;
- deve avvenire in un momento, nel quale il pubblico ufficiale compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni.
La denuncia con una richiesta dolorosa per la mamma
Quindi si proceda con la denuncia. Mi auguro che il Ministro Bussetti non si limiti solo alla consegna di una medaglia, sostenendo concretamente la sua dipendente. Qualche settimana fa M. Bussetti aveva dichiarato: “saremo al fianco di insegnanti, dirigenti, del personale amministrativo e ausiliario”… Sono in contatto con la presidenza del Consiglio affinché, in ogni procedimento attivato con querela, il ministero possa costituirsi parte civile – aggiunge il ministro – Voglio rilanciare il rispetto per quella che considero la più importante istituzione del nostro Paese: qui passa il futuro”
Suggerisco alla collega di chiedere anche un cospicuo risarcimento economico. La semplice denuncia non scuote una certa tipologia di persone. Toccando il loro portafoglio, invece, si consegue l’obiettivo.