La proposta del Ministro della Funzione pubblica Giulia Bongiorno per i nuovi concorsi

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In una lunga intervista rilasciata a Il Mattino, il ministro Giulia Bongiorno è intervenuta su due temi di estrema attualità. Uno di questi riguarda un tema molto caro agli insegnanti che attendono l’adeguamento degli stipendi. Su questo fronte era stato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a fornire garanzie in sede di rinnovo del contratto collettivo. L’altro tema, che segue la discussione aperta dallo sblocco del turn over, riguarda la modulazione dei prossimi concorsi.

Aumento risorse

Riprendere le fila del discorso lasciato in sospeso dal governo precedente non è stato affatto semplice. In riferimento all’intervento fatto per assicurare gli aumenti sanciti dal precedente governo Renzi che rischiavano di andare in prescrizione per via di una scadenza che andava in qualche modo prorogata. Nel ricordare questo, il ministro Bongiorno non si è sbilanciata sulle cifre degli aumenti delle retribuzioni degli insegnanti. Alla domanda se si andrà oltre gli 85 euro medi di aumento del governo Renzi, ha risposto: “Non faccio numeri, non cerco annunci a effetto. Dico solo che il punto di partenza è positivo“.

Cambiamento del format

Il tema dei concorsi pubblici è di estrema attualità, come stanno a testimoniare gli incontri avvenuti tra i sindacati e il Miur chiamati a valutare una modalità alternativa per stabilizzare i docenti precari con 36 mesi di servizio. All’interno dell’esecutivo è già stata avviata una discussione per riflettere su gli opportuni cambiamenti da apportare al sistema di reclutamento dei docenti. Una di queste è la possibilità di sostituire la prova scritta con dei test a risposta chiusa, ritenuta maggiormente affidabile ed in grado di produrre un risparmio nella spesa pubblica. L’altra questione riguarda l’estensione geografica dei concorsi che potrebbe differire a livello locale.

Il modello Campania

Sempre al Mattino il ministro spiega in quale modo si potrebbe procedere.  «Ho in mente un modello di concorso che stiamo già sperimentando». Che modello?

«Quello territoriale, che sto sperimentando con la Regione Campania: blocca il fenomeno della migrazione dei dipendenti pubblici».

«Il concorso viene fatto su base territoriale. La Regione Campania, con l’aiuto del Dipartimento e del Formez, opera una ricognizione dei posti di tutti gli enti del territorio. Quindi, il concorso viene bandito per i posti disponibili e solo per il territorio campano. Chi vince sa già che starà in Campania e non potrà chiedere di essere trasferito». Il modello sarà questo? «Ne ho già parlato con l’Anci. Voglio incentivarlo»

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