Si continua a discutere del caso relativo alla docente di Palermo sospesa per il video riguardante il leader della Lega, Matteo Salvini. Un caso che sta avendo ampia eco anche nel mondo della politica, non soltanto perché è coinvolto il vicepremier leghista. Si sta parlando anche della reazione del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, il quale si è riservato di valutare la vicenda solo dopo aver ricevuto ‘le carte’.
Il ministro Bussetti sulla docente sospesa
Il post dell’ex sottosegretario al Miur, Alessandro Fucecchia
Sulla questione, però, è intervenuto anche l’ex sottosegretario al Miur, Alessandro Fusacchia, il quale ha espresso la sua opinione: ‘Conosco abbastanza bene le dinamiche dell’amministrazione scolastica per azzardare una possibile ricostruzione – ha scritto Fusacchia sulla sua pagina Facebook – Qualcuno deve aver segnalato il caso a Roma. Roma – dico “Roma” perché potrebbe essere un direttore generale, un capo dipartimento, l’ufficio stampa del Ministero, l’ufficio di Gabinetto, ma comunque qualcuno che parla direttamente col Ministro – ha rappresentato il caso e si è deciso di fare un’ispezione.
Cosa questa ispezione abbia prodotto lo sanno solo l’ispettore e i dirigenti del Ministero a cui il risultato dell’ispezione è stato trasferito. Ma è evidente – prosegue Fusacchia – che su una vicenda del genere, di assoluta rilevanza politica, non parte un’ispezione senza un segnale dall’alto. Soprattutto, è chiaro che c’è un assoluto interesse di tutti i vertici politici e amministrativi del Ministero a valutare l’esito di quello che l’ispezione produce. Cosa sappiamo noi? Viene comminata la sanzione disciplinare, con la sospensione dal servizio per 15 giorni.’
‘Le sanzioni disciplinari sono strumento raro nella scuola’
Formalmente questo tipo di sanzioni vengono decise a livello di dirigente – scrive l’ex sottosegretario al Miur ai tempi del ministro Giannini – ma su una questione di questa sensibilità politica e istituzionale è difficile pensare che il dirigente si muova autonomamente. Le sanzioni disciplinari sono strumento raro nel mondo della scuola, capita che l’amministrazione soprassieda in casi in cui magari ce ne sarebbe bisogno! Di fronte ad un caso come questo, non procede – non dovrebbe mai procedere! – se non a fronte di prove schiaccianti e assolutamente gravi a carico del docente. Ora, l’ispezione, se condotta bene, ha comportato un confronto dell’ispettore con: docente in questione, dirigente scolastico, altri docenti, gli stessi studenti, i genitori degli studenti.
È stato fatto? Cosa ne è emerso?
Una vicenda come questa non può limitarsi al clamore mediatico di qualche giorno. Perché il clamore passa, ma la sanzione e con essa il messaggio ai docenti resta.
“Cari docenti, attenzione alla libertà di pensiero e di espressione che usano i tuoi studenti, perché chiameremo te a risponderne”. “cara/o prof, attenzione alla tua libertà di pensiero e di insegnamento perché potremmo decidere che vada sanzionata…”.
Una sanzione come questa è una minaccia nemmeno troppo velata a tutti i nostri insegnanti: evitiamo di parlar male del Ministro Salvini, a esprimere un giudizio su quello che fa, a farsi un’opinione delle leggi che questo Governo sta facendo.
Costituisce un pessimo precedente – conclude Fusacchia – , a cui – appurati i fatti – tutto il mondo della scuola dovrebbe reagire con forza.’