Scuola, concorsi ordinari: cancellata la riserva dei posti per i precari triennalisti
Scuola, concorsi ordinari: cancellata la riserva dei posti per i precari triennalisti

Procedono le trattative tra il Ministero e le organizzazioni sindacali per arrivare ad un accordo che porti alla stabilizzazione dei docenti precari con 36 mesi di servizio. Tra due giorni si riunirà nuovamente il Consiglio dei Ministri ma difficilmente si parlerà di scuola. L’obiettivo finale è quello di arrivare ad inserire un emendamento ad hoc nel prossimo decreto concretezza.

Le due possibilità di accesso al ruolo

Le parti al tavolo sono impegnate a trovare una soluzione alternativa al concorso ordinario con la quota percentuale di riserva per i vincitori ed’eliminazione della prova preselettiva. Il testo finora approvato contiene anche l’emendamento Pittoni relativo alla supervalutazione del servizio svolto al quale è attribuito un punteggio fino al 50% del punteggio attribuibile ai titoli. I sindacati hanno chiesto di indire dei percorsi abilitanti rivolti ai precari con 36 mesi di servizio al termine dei quali consentire la partecipazione ad un concorso riservato.

Il riservato è solo modificato

Quanto riporta Italia Oggi in merito al concorso riservato, all’interno di un articolo in cui si descrive lo stato dell’arte del negoziato sul reclutamento in corso al ministero dell’istruzione, non corrisponde a verità. “Il legislatore, dunque, ha già effettuato un primo avvicinamento nei confronti dei precari, dopo la cancellazione del concorso riservato introdotta dal precedente governo”. Non cancellazione del concorso riservato, decisione peraltro legittima, come recentemente sentenziato dalla Corte Costituzionale, bensì modifica sostanziale del decreto legislativo 59/2017 con reintroduzione della ripetibilità dell’anno di prova.

Inevitabilità di un concorso

Nel prosieguo del prezzo redatto da Carlo Forte viene spiegato come non sia possibile procedere ‘ope legis’ ad una modifica della procedura di reclutamento. Il concorso rimane l’unica via di accesso, quand’ anche è possibile bandire un concorso riservato in presenza di un requisito specifico che in questo caso manca, ossia l’abilitazione all’insegnamento. Ciò spiega il perdurare delle trattative finalizzate a trovare un’intesa tra le parti.

Salvaguardare i diritti dei controinteressati

C’è un altro aspetto da considerare che influisce sulla scelta del ministero. La questione entra in gioco al momento di stabilire quale diritto attribuire ai docenti che si abiliteranno con i nuovi PAS allo studio, corsi ai quali dovrebbero partecipare anche i docenti di ruolo che intendono insegnare sull’altra classe di concorso. Decretare valore concorsuale ai nuovi PAS significherebbe ledere il diritto dei docenti abilitati per i quali è stata disposta la fase transitoria per entrare di ruolo. Sarebbe impossibile evitare un contenzioso perché i controinteressati, in questo caso i docenti della seconda fascia, impugnerebbero prontamente il decreto chiedendone l’annullamento.

Il diritto alla stabilizzazione

Sull’altro versante il ministero si trova ad affrontare la questione riproposta prepotentemente dall’Europa. Il diritto alla stabilizzazione dei precari con 36 mesi è insindacabile. Non garantirlo esporrebbe il Paese ad una nuova procedura di infrazione. L’attesa per la decisione che assumerà il governo sta catalizzando l’attenzione di oltre 90 mila docenti, tra abilitati e precari con 36 mesi di servizio. Su tutto questo sì attendono ancora le disposizioni del Miur per una pronta pubblicazione delle GRAME per avviare all’anno di prova circa 30.000 docenti.