Con il messaggio facebook di Bussetti di qualche giorno fa comincia il cammino verso il varo dei nuovi pas (percorsi abilitanti speciali). Il governo ha accolto le richieste dei sindacati per consentire ai docenti precari con 36 mesi di servizio di potersi abilitare. Da adesso dunque comincia la fase procedurale in Parlamento per giungere ad un decreto attuativo presumibilmente, come anticipato dal ministro dell’istruzione, all’interno del “Decreto Crescita”.
Servizio utile
Uno dei primi nodi da sciogliere riguarda la tipologia di contratti a termine in possesso dei docenti precari. Si tratta di una differenza concettuale di non poco conto perché le supplenze possono essere state svolte fino al 30 giugno. Non di rado si parla di organico di fatto per distinguere il servizio svolto sull’organico di diritto, notoriamente prestato fino al 31 agosto. La decisione finale si rifletterà sul numero totale dei posti messo a bando. I sindacati hanno chiesto di far partecipare tutti coloro che hanno i 180 X 3, approssimativamente 55 mila docenti. Se dovesse passare il criterio dei contratti stipulati sui posti vacanti e disponibili la platea di aspiranti si ridurrebbe notevolmente.
Monitoraggio dei posti
Al tavolo di concertazione con i sindacati il Miur aveva espresso la necessità di individuare con esattezza la disponibilità dei posti che ogni singolo ateneo sarebbe in grado di garantire. In base al dato finale sarà possibile partire con l’organizzazione dei nuovi pas. Non è escluso che possano svolgersi su due cicli, soprattutto pensando alla programmazione degli analoghi corsi sul sostegno già decisi a Viale Trastevere.
I requisiti
L’accesso ai nuovi corsi abilitanti dovrebbe essere consentito ai docenti che per quella determinata classe di concorso hanno svolto almeno un anno di supplenza. Il periodo di tempo utile per cumulare i 36 mesi di servizio è quello degli ultimi 8 anni, in analogia a quanto previsto nei concorsi riservati già in fase di svolgimento.
