I nuovi corsi abilitanti Pas promessi dal governo, con l’intesa sottoscritta con i sindacati lo scorso 24 Maggio, dovrebbero consentire l’accesso al ruolo ai docenti precari con 36 mesi di servizio. Il condizionale in questo caso è d’obbligo, stante lo stallo nelle trattative tra le parti divise sulla durata temporale e sulla modalità precisa con la quale immettere in ruolo coloro che vi parteciperanno. Nell’articolo di Italia Oggi del 4 giugno, a firma della giornalista Alessandra Ricciardi, viene spiegato che è tutto rinviato la prossima settimana per poter sciogliere alcuni nodi che sono emersi.
Dettagli dell’intesa
La proposta dei sindacati mira alla possibilità di consentire l’accesso ai soli fini abilitanti ai percorsi riservati, in subordine rispetto ai precari con 36 mesi di servizio:
ai docenti di ruolo che vogliono acquisire l’abilitazione in un’altra classe di concorso per cui hanno titolo ad insegnare;
ai laureati che hanno compito un percorso di dottorato di ricerca;
ai docenti che hanno maturato le tre annualità di servizio nell’ambito della Formazione Professionale insegnando nei bienni utili per l’assolvimento dell’obbligo scolastico;
ai docenti che sono in possesso del requisito delle tre annualità di servizio presso le scuole paritarie.
Su tutto questo rimane in sospeso come proseguirà l’iter per giungere al ruolo.
La distanza tra le parti
Il Ministero appare più orientato a virare verso la soluzione che prevede un doppio binario. Pas, e dunque percorso abilitativo speciale, da un lato, e concorso riservato dall’altro per l’accesso ai ruoli, in questo ultimo caso, già dal prossimo anno scolastico di circa 25mila precari. Come si vede è strutturalmente differente da quanto proposto dalle organizzazioni sindacali. Si è registrata la necessità di definire l’ intero impianto al fine di evitare possibili profili di incostituzionalità . Questo motivo le parti si sono date appuntamento alla prossima settimana.
Incognita tenuta del governo
Le frizioni fra Lega e M5S potrebbero mandare tutto quanto all’aria, con buona pace degli oltre 55mila docenti precari che contavano sui nuovi pas per accedere rapidamente al ruolo. Appare ovvio che, in caso di dimissioni e di caduta del Governo, la scuola pagherebbe un conto salato. E’ stato infatti proprio il presidente Conte a sottoscrivere l’intesa del 24 aprile fra il Governo e le organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca.