Pensioni scuola, ecco perché il Governo non deve cedere all'UE
Pensioni scuola, ecco perché il Governo non deve cedere all'UE

Il vicepremier Matteo Salvini, in tema pensioni, ha ribadito l’obiettivo del Governo di arrivare a Quota 41 per tutti, al termine del ciclo sperimentale di Quota 100. Per quanto riguarda il personale scolastico, la questione acquista particolare importanza anche alla luce dei diversi trattamenti previdenziali di cui possono beneficiare i docenti di altre Nazioni come la Francia e la Germania.

Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha ricordato come in questi due Paesi si offre la possibilità di andare in pensione con 27 anni di contributi e senza decurtazioni particolari, mentre in Europa, in media, un insegnante accede alla pensione a 63 anni.

Pensioni: ‘Non si tratta di fare delle concessioni ai docenti ma solo di accordare un diritto’

‘Non si tratta di fare delle concessioni – afferma Pacifico – ma solo di accordare il diritto alla pensione, dopo avere accumulato oltre 40 anni di contributi e di ammettere una volta per tutte che vi sono delle professioni, come quelle che si svolgono a scuola, particolarmente stressanti. Anche l’Oms ha confermato questo, descrivendo di recente il burnout, tipico malessere cronico che si riscontra nei lavoratori della scuola, come una sindrome che conduce allo ‘stress cronico’ impossibile da curare con successo’.

Come viene considerata la professione insegnante in Italia?

Invece, eccezion fatta per gli insegnanti della scuola dell’infanzia, qui in Italia si continua a considerare la professione dell’insegnante non particolarmente gravosa: non a caso, nel nostro Paese, il personale docente è il più vecchio di tutti i Continenti. Da qui l’esigenza che i docenti italiani possano accedere alla pensione almeno alle stesse condizioni dei colleghi degli altri Paesi europei, vale a dire a 63 anni, slegando l’uscita dal lavoro all’aspettativa di vita.