Il concorso dei presidi potrebbe saltare. La notizia, riportata dal portale del quotidiano ‘Repubblica’, rischia di rendere ancora più caotico l’avvio del prossimo anno scolastico. Il prossimo 2 luglio, infatti, il Tar del Lazio sarà chiamato a decidere se annullare o meno la prova scritta.

Nel caso in cui la prova dovesse essere annullata, il concorso sarebbe da rifare: un vero e proprio schiaffo al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che aveva puntato su questo concorso per sanare l’insostenibile problema delle reggenze.

Concorso dirigenti scolastici nel caos: Tar pronto ad annullare prova scritta

Sul concorso per i dirigenti scolastici, sono piovuti i ricorsi: denunce per illeciti amministrativi, commissari ubiqui, prove associate ai codici fiscali dei candidati, pertanto non anonime.
Cagliari la preselezione venne rifatta il 13 dicembre visto che il 18 ottobre il sindaco aveva disposto la chiusura delle scuole per il maltempo: è stata, dunque, sollevata la violazione dell’obbligo della unicità della prova scritta a livello nazionale.
Una seconda questione riguarda la violazione dell’anonimato: il Tar sarà chiamato ad esprimersi su prove scritte, inviate alle commissioni esaminatrici, identificate con codici alfanumerici e codici fiscali facilmente associabili ai nomi dei ricorrenti.

L’inchiesta de L’Espresso

I candidati esclusi si sono rivolti a “Trasparenza è Partecipazione”, un movimento deciso a combattere fino in fondo. La questione più importante è che sia verificata la legalità del concorso, dicono. Alla Procura della Repubblica di Roma è stato presentato un esposto da parte di 271 docenti, poi aumentati 329: è stata avviata un’indagine. Il settimanale L’Espresso ha parlato della questione, documentando irregolarità e anomalie: l’inchiesta del magazine mostra anche come certi commissari risultino con il dono dell’ubiquità: mentre correggevano i compiti erano in consiglio comunale o a scuola a presiedere consigli di istituti.