Scuola, PAS e precariato docenti ultime notizie: ecco i dettagli della proposta

Riprende quest’oggi la discussione al tavolo tecnico del Miur che vedrà i sindacati, riuniti con i vertici dell’amministrazione di Viale Trastevere, circa l’istituzione dei nuovi Pas finalizzati a consentire ai docenti precari con 36 mesi di servizio di conseguire l’abilitazione all’insegnamento. Le parti torneranno nuovamente a confrontarsi sulla questione della modalità di accesso al ruolo al termine dei nuovi corsi abilitanti. All’incontro che si terrà presso il salone dei ministri, con inizio alle 11:30, il capo di gabinetto dottor Giuseppe Chinè riceverà i rappresentanti dei sindacati firmatari del contratto di lavoro, Flc – Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda Unams per proseguire i lavori in base a quanto era emerso nell’incontro del 3 giugno scorso.

Nel corso delle precedenti riunioni era stata raggiunta un’intesa in linea di massima tra le parti fondata sulla possibilità di far partecipare ai nuovi Pas i docenti in possesso di un servizio di almeno 36 mesi, di cui almeno uno sulla cdc sulla quale abilitarsi. A determinare la scelta finale saranno i numeri totali dei docenti che dovranno svolgerli per partecipare successivamente ad un piano di immissioni in ruolo. Nel corso dell’incontro verrà affrontata anche la problematica dell’ammissione ai corsi da parte dei docenti in possesso del servizio conseguito presso gli istituti paritari.

Il nodo centrale della questione si sviluppa intorno al carattere della selettività. Le OO.SS. hanno chiesto che i docenti precari debbano sostenere soltanto gli esami finali di valutazione. Dal canto suo, l’amministrazione centrale di Viale Trastevere, in considerazione della ricettività delle università, aveva risposto di propendere verso la formula che prevede una selezione in ingresso. Per quanto riguarda la successiva immissione in ruolo al termine dei corsi abilitanti si deciderà oggi se i partecipanti affronteranno un concorso riservato. Si entra Dunque nella fase calda della discussione che dovrà sfociare in un apposito emendamento da inserire nel decreto crescita da approvare entro il prossimo 17 giugno.