Scuola: aggiornamento sui buoni pasto da parte di Confasi

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Antonio Labate, segretario di Confasi Scuola, ha dichiarato che il sindacato che rappresenta ha fatto ricorso per l’ottenimento dei buoni pasto nei confronti del personale scolastico. Labate ha affermato: ‘Tale richiesta è supportata da una recente sentenza della Corte di Cassazione che prevede, per l’appunto, tali benefici per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario’.

Labate ha fatto l’esempio del personale ATA, che svolge un servizio lavorativo che va dalle 8:00 alle 14:00. Un orario che si allunga nel caso in cui ci siano riunioni di istituto. Il segretario Confasi Scuola ha concluso: ‘Ma pure i docenti ai quali si richiede di rimanere in servizio il pomeriggio, in caso di riunioni, consigli di classe, incontri con le famiglie, scrutini e tutte le attività di rito degli organi collegiali’. Il ricorso presentato da Confasi Scuola ha una retroattività di cinque anni ed è esteso anche ai precari.

Scuola: buoni pasto, un tema caro anche a Gloria Vizzini

Nel recente passato, anche alcuni esponenti politici hanno avuto a cuore l’argomento sui buoni pasto nei confronti del personale docente e ATA. Gloria Vizzini del M5S prevedeva, lo scorso anno, di includere i buoni presso strutture scolastiche che non avessero un servizio mensa.

La questione principale è da ritrovarsi proprio nel prolungamento dell’orario lavorativo, anche di pomeriggio, come spesso accade. L’esponente M5S aveva dichiarato all’epoca come al giorno d’oggi si configuri: ‘Una discriminazione nei confronti di buona parte del pubblico impiego, che vede lesi i propri diritti di accesso ai buoni pasti’.

Le dichiarazioni dell’Anief

Sempre lo scorso anno, lo stesso sindacato Anief non riusciva a capacitarsi, all’interno di un comunicato, come il personale scolastico non avesse diritto ai buoni pasto. Marcello Pacifico, al pari della Vizzini, aveva fatto notare come molte strutture scolastiche adottassero la settimana corta e, di conseguenza, i turni del personale sono ‘compressati’ su cinque giorni come spesso accade per gli altri ministeriali. A causa di ciò, ai docenti (e non solo) viene spesso chiesto di rimanere in servizio anche di pomeriggio. A maggior ragione, non si comprende come tale branca di lavoratori non abbiano diritto ai buoni in questione.

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