La questione legata al rinnovo contrattuale del personale scolastico unitamente agli aumenti degli stipendi è, di fatto, collegata al progetto portato avanti dalla Lega riguardante l’autonomia differenziata. A questo proposito, il presidente della Commissione Cultura della Camera, onorevole Luigi Gallo (Movimento 5 Stelle) ha sottolineato come regionalizzare gli stipendi significherebbe indebolire i ‘i lavoratori e i loro diritti proprio mentre Luigi Di Maio ha fatto misure che stanno riducendo il precariato e vuole rispondere ai bassi salari con il salario minimo. La considererei una misura contro gli italiani – ha sottolineato l’esponente del partito pentastellato – Un piccolo vantaggio immediato per qualcuno diventerebbe un grande danno per tutti dopo pochi anni”. Di conseguenza, “la contrattazione nazionale deve restare”.

Stipendi docenti e regionalizzazione

Diversi rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno più volte messo in risalti gli aspetti discriminanti del progetto di legge riguardante la regionalizzazione oltre all’alto rischio di incostituzionalità. Eppure la Lega vorrebbe una rapida approvazione del disegno di legge da parte delle due Camere.
L’autonomia differenziata finirebbe con l’imporre delle gabbie salariali che potrebbero comportare anche “200/300 euro di aumento in regioni dove il costo della vita è superiore di 1/3 rispetto alle altre regioni”.

Anief, ‘approvare regionalizzazione significherebbe tornare indietro di 100 anni’

Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, in una nota diffusa dal sindacato, sottolinea che ‘approvare la regionalizzazione significherebbe tornare indietro di cento anni. Senza più garanzie sul salario minimo e anche sull’orario e i carichi di lavoro, oltre che sulla libertà d’insegnamento. Perché ogni regione – ribadisce Pacifico – potrebbe imporre la sua linea localistica, sganciandola dall’unitarietà nazionale che è oggi garanzia di un’offerta formativa di qualità e senza intromissioni di parte.’