Scuola, precariato docenti ultime notizie: ‘Ministro Bussetti, i conti non tornano’

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Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, esulta per le quasi 60mila cattedre chieste al Mef per le nuove assunzioni docenti per l’anno scolastico 2019/2020: per l’esattezza saranno 58.627 i nuovi posti di cui 14.552 destinati al sostegno. Il numero uno del dicastero di Viale Trastevere annuncia l’obiettivo del Miur, quello di ‘avere tutti gli insegnanti in classe dal primo giorno di scuola. Siamo convinti sia doveroso nei confronti dei nostri ragazzi. Stiamo lavorando per concludere con largo anticipo tutte le procedure necessarie per avviare il nuovo anno – prosegue Bussetti – Abbiamo anticipato di un mese la mobilità degli insegnanti. Ora procederemo rapidamente con le assunzioni e, subito dopo, con le supplenze. Siamo al lavoro per i nostri studenti, al servizio della scuola’.

Assunzioni docenti, Flc-Cgil: ‘Bene ma non basta, ecco perché’

Se da un lato Bussetti festeggia, dall’altro lato i sindacati non sono soddisfatti: ‘Si tratta di una notizia positiva – dice Francesco Sinopoli della Flc-Cgil – perché risponde alle esigenze lavorative di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici ed è inoltre presupposto per fornire alla scuola risorse nuove a garanzia della continuità dell’insegnamento e quindi della qualità del lavoro, anche se ciò non basterà a colmare il numero di cattedre lasciate vuote a settembre 2019 che, anche per effetto di Quota 100, saranno circa 80mila, senza contare i 60mila posti in organico di fatto in deroga’.

Cisl Scuola: ‘I numeri parlano chiaro, i posti vacanti sono diventati oltre 64mila’

Anche Lena Gissi della Cisl si associa al ‘collega’: “C’è da augurarsi che il Consiglio dei ministri recuperi la dovuta attenzione al problema del reclutamento dei docenti, oggetto di un’intesa tra sindacati e Miur che andrebbe attuata quanto prima, per ragioni di urgenza che è stato lo stesso ministro Bussetti a rappresentare all’esecutivo nei giorni scorsi, ma evidentemente senza ottenere sufficiente ascolto. I numeri parlano chiaro: già lo scorso anno – ha aggiunto Maddalena Gissi – non si sono potuti coprire 30mila posti per mancanza di aspiranti nei canali utilizzabili per le assunzioni, ora i posti vacanti sono diventati oltre 64mila, se non si interviene subito si riproporrà, chissà per quanto ancora, il consueto scenario, fatto di ricorso abnorme al lavoro precario (si sfiorano i 200mila), una condizione – conclude la leader della Cisl Scuola – che fra l’altro mina alla radice quella continuità didattica spesso invocata a parole e compromessa nei fatti”.

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