I Diplomati Magistrali chiedono rispetto

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Il nuovo anno scolastico sta destando non poche preoccupazioni tra i Diplomati Magistrali che temono le ripercussioni che possono verificarsi nei loro confronti.

La lettera che segue esprime i dubbi e le richieste di questi insegnanti, con l’auspicio che vengano presi in considerazione.

Il solito specchietto per le allodole

“Continuano le docce fredde per noi, Diplomati Magistrali, sotto questo caldo rovente.
Ancora una volta il Miur, nella persona del Ministro Bussetti, ha ignorato e posticipato un problema che si protrae da troppo tempo.

In questi anni di lotta per rivendicare un nostro diritto, si è innescata una guerra tra poveri perché davanti ai giudici non abbiamo ottenuto giustizia nella stessa misura. Circa 3000 colleghi hanno ottenuto l’inserimento in GAE e il conseguente ruolo senza riserva, circa 6000 si portano dal 2015 la tanto odiata “T” sulle spalle, nonostante il ruolo ottenuto e l’anno di prova superato e circa 50000 sono inseriti nelle GAE sempre con riserva.

Le nostre pretese non nascono da un capriccio, ma da un giudizio favorevole alla nostra causa sancito nel 2014 dai Giudici di Palazzo Spada, gli stessi che, a distanza di tre anni e smentendosi, hanno vanificato i nostri sogni, che pian piano, stavano concretizzandosi.
E se per loro tutto ciò non ha importanza, per NOI è stata una grande bastonata e abbiamo visto molti colleghi perdere il proprio posto di lavoro, quindi la trasformazione di un contratto da tempo indeterminato a tempo determinato, in virtù del Decreto Dignità, se tale si può chiamare.

Non ancora contenti, è stato indetto un concorso straordinario che non ha rispettato e valorizzato il merito e che ha escluso molti docenti. Ma per il “nostro” Ministro il problema era stato risolto.
A breve verranno pubblicate le graduatorie di merito regionali (alcune regioni le hanno già rese note) che includeranno docenti in ruolo con riserva con anno di prova superato, docenti inseriti nelle GAE con riserva (da poco aggiornate e non ancora divulgate da molte province) e docenti attualmente inseriti nella II fascia delle graduatorie di Istituto.

E fino a qua potrebbe sembrare tutto nella norma. Ma la questione ha dell’assurdo nel momento in cui gli insegnanti in ruolo con riserva (alcuni, come noi, dal 2015 e 2016), destinatari di proposta di assunzione dalle graduatorie regionali, non potranno scegliere il posto da loro occupato lo scorso anno scolastico perché risulta occupato (da se stessi). Non solo.
Questi stessi docenti, se non riescono ad ottenere il ruolo dalle nuove graduatorie, rischiano di essere licenziati in corso d’anno e non ci sarà nessun paracadute pronto a soccorrerli.
Ma ci rendiamo conto dell’ulteriore disordine che si è venuto a creare?

Ora, per tamponare e pensiamo anche per tenerci buoni, la Regione Lombardia è arrivata ad un accordo il quale prevede che per l’anno scolastico 2019/2020, il personale docente già titolare di un contratto a tempo indeterminato e destinatario di proposta di assunzione, entro due giorni dalla firma del nuovo contratto, potrà chiedere di essere utilizzato, per continuità didattica, sulla scuola e sul medesimo posto occupato nell’a.s. 2018/2019.
Vi sembra una soluzione?

Alla luce di quanto sopra, chiediamo:

  • estendere a tutte le Regioni l’accordo raggiunto dalla Regione Lombardia;
  • un Decreto d’urgenza che preveda lo scioglimento della riserva (abbiamo sostenuto la prova prevista dal concorso, requisito utile per l’assunzione in ruolo) per tutti coloro che sono in ruolo, al fine di garantire maggiori assunzioni e accorciare il reclutamento dalle graduatorie di merito regionali;
  • garantire al personale docente che verrà individuato per la stipula di un contratto a tempo indeterminato, un luogo di lavoro vicino casa, per evitare il pasticcio del Governo Renzi (molti docenti ancora stanno subendo gli effetti di quelle assunzioni);
  • aprire una finestra per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto per tutti i docenti che sono già stati licenziati o che, a seguito di sentenza di merito sfavorevole, perderanno il posto di lavoro.
  • per ultimo e non per importanza, rispetto per il nostro lavoro che per anni ha permesso il buon funzionamento della scuola italiana. Rispetto per tutti noi, che prima di essere degli insegnanti, siamo delle persone.”

CATERINA DI NATALE
ANNALISA LUNATI
GIULIA MINGIONE

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