Le ingiustizie subite dalla seconda fascia

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Il Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati chiede con forza che vengano eliminate le ingiustizie e le disparità di trattamento create con la sopravvenuta Legge di Bilancio 2019 tra docenti avviati al percorso FIT il 01/09/2018 e docenti avviati al percorso FIT dal 01/09/2019, tutti partecipanti alla stessa procedura concorsuale e tutti inclusi nella stessa Graduatoria di Merito Regionale (G.M.R.).

Segnaliamo le seguenti tre criticità sulle quali occorre un deciso e urgente intervento per rimuovere tali ingiustificabili diseguaglianze.

  1. PRIMO PROBLEMA: BLOCCO PER CINQUE ANNI DELLA MOBILITÀ E DELLE ASSEGNAZIONI PROVVISORIE.

Un punto che chiediamo con forza di modificare perché crea disparità, ingiustizie e gravi diseguaglianze è il BLOCCO DELLA MOBILITÀ E DELLE ASSEGNAZIONI PROVVISORIE.

TALE BLOCCO PER 5 ANNI NELLA STESSA CDC E NELLA STESSA SCUOLA RIGUARDA COLORO CHE VERRANNO CHIAMATI DALLE G.M.R. E AVVIATI ALL’ANNO DI PROVA A PARTIRE DAL 01/9/2019.

Ciò significa, secondo la legge attualmente in vigore, riservare un trattamento totalmente diverso ai partecipanti alla stessa procedura concorsuale e cioè:

    1. I docenti FIT 2018 possono partecipare alle operazioni di mobilità e assegnazione provvisoria.

    2. I docenti FIP 2019 possono partecipare alle operazioni di mobilità e assegnazione provvisoria a partire dal QUINTO ANNO di permanenza nella scuola e nella stessa classe di concorso, a causa del blocco che la legge ha imposto solo a loro. (Quindi oltre al danno di essere avviati all’anno di prova più tardi perché magari le commissioni hanno tardato a formarsi o a pubblicare le relative GMR, o magari perché residenti in luoghi con cdc sature anche la beffa di subire il blocco di cinque anni).

CIÒ ACCADE PERCHÉ SONO STATE CAMBIATE LE REGOLE IN CORSA CREANDO INGIUSTIZIE,

DISPARITA’ DI TRATTAMENTO E RABBIA.

Nel momento in cui è stato pubblicato il bando la decisione della regione nella quale concorrere è stata assunta in base alle regole in quel momento vigenti (che prevedevano la possibilità di domanda di mobilità annuale e di assegnazione provvisoria annuale) e ai propri impegni di vita.

Tenendo conto che coloro che partecipano al transitorio hanno un’età media vicina ai 50 anni. Ciò significa che hanno famiglia e in più genitori anziani ai quali badare e di cui prendersi cura).

Molti di noi, se costretti a stare lontano dal luogo di residenza per tanti anni, sarebbero costretti a rinunciare al ruolo e alla scuola. In pratica con questa riforma la nostra vita è affidata ad una sorta di roulette russa: se ti va bene ti fanno fare anno di prova in una scuola nella provincia di residenza. Se ti mandano a 300/400 km da casa e ci devi stare minimo 5 anni allora devi cambiare mestiere. (Ci sono infatti Regioni come Lombardia e Puglia la cui distanza tra una provincia e l’altra è anche maggiore ai 400 km). Tale norma di blocco, in sintonia con la riforma del reclutamento, poteva ragionevolmente essere rivolta solamente a coloro che, neolaureati, e quindi con un’età media di 25 anni e con una vita davanti, possono liberamente scegliere la regione dove lavorare e possono “permettersi di spendere” alcuni anni fuori. Ma non a cinquantenni ai quali si cambiano le regole in corsa, che hanno deciso la regione del concorso quando erano vigenti le vecchie regole che prevedevano possibilità di richiesta di mobilita annuale e di assegnazione provvisoria annuale.

  1. SECONDO PROBLEMA: CANCELLAZIONE DA TUTTE LE ALTRE GRADUATORIE.

Altra criticità, contenuta nel Dl 59/17 è la seguente: “[…] in caso di valutazione finale positiva il docente è cancellato da ogni altra graduatoria di merito, di istituto o a esaurimento, nella quale sia iscritto ed è confermato in ruolo presso l’istituzione scolastica dove ha svolto l’anno di prova. Il docente è tenuto a rimanere nella predetta istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto o classe di concorso, per almeno altri quattro anni […]”.

Tale norma che prevede la cancellazione da tutte le graduatorie, al contrario di quanto avveniva per coloro che hanno fatto i precedenti concorsi, è aberrante nella sua logica.

In pratica chi ha fatto più sacrifici per formarsi e conseguire abilitazioni in più cdc e per partecipare a più procedure concorsuali, più pagherà le conseguenze di tale imposizione: infatti non potrà far valere il suo sacrosanto diritto di scorrere per tutte le GMR per le quali ha partecipato al concorso perché si viene cancellati dappertutto, negando anche la possibilità e la speranza di avvicinarsi grazie allo scorrimento delle altre GMR nelle quali si risulta legittimamente inseriti in forza del conseguimento di più abilitazioni e dell’espletamento di più procedure concorsuali.

Permanere nelle altre permette sostanzialmente di agire due diritti:

  1. Avvicinarsi alla famiglia nel caso in cui lo scorrimento dell’altra graduatoria riguarda posti più vicini rispetto a quelli della prima chiamata.
  1. Poter andare a insegnare su una materia che si reputa più vicina alla propria passione e alla propria inclinazione e sensibilità (cosa molto difficile soprattutto al sud dove spesso si è costretti ad “accontentarsi del posto che c’è in quel momento”).

Come del resto è sempre avvenuto prima per coloro che sono entrati in ruolo con tutte le precedenti procedure concorsuali.

Quindi la CANCELLAZIONE DA TUTTE LE ALTRE GRADUATORIE vanifica tutti i sacrifici fatti per formarsi e migliorarsi e punisce severamente i più volenterosi e meritevoli. Tutto ciò è ingiusto.

  1. TERZO PROBLEMA: DM 631 E ACCANTONAMENTO DEI POSTI.

Per le procedure concorsuali 2018 non ultimate entro il 31/08/2018 o per le quali, in difetto di pubblicazione della relativa G.M.R.E. entro tale data, non è stato possibile procedere con le immissioni al percorso FIT nell’estate 2018, è stato emanato il D.M. 631/2018. Il provvedimento ha previsto l’accantonamento dei posti residui del contingente 2018 per i candidati risultati in posizione utile nelle relative G.M.R.E. pubblicate entro e non oltre il 31/12/2018.

Il Decreto 631 del Miur nasceva proprio per tutelare questa categoria di docenti, che a causa dei ritardi nelle procedure degli Uffici Scolastici non erano stati ammessi al III anno FIT il 01/9/2018. Molti USR/USP hanno convocato nell‘inverno 2018 i docenti in posizione utile per la scelta dell’ambito territoriale di immissione in ruolo sulla base del contingente assunzioni ridotto 2018, ma con decorrenza giuridica ed economica di immissione in ruolo al 01/09/2019. I docenti risultati meglio posizionati in graduatoria sono, quindi, stati costretti a scegliere sulla base di un contingente vecchio e ridotto (privato di molte province), risultato dalle operazioni di mobilità e immissione in ruolo del 2018 (le immissioni in ruolo da GAE laddove non erano esaurite, ma erano esaurite le GM 2016 sono, infatti, state effettuate sul 100% dei posti provinciali disponibili), mentre quelli con una posizione inferiore in graduatoria e non risultati in posizione utile per l’accantonamento, potranno in questi giorni scegliere sul più ampio contingente assunzioni 2019, il quale, al netto delle operazioni di mobilità e pensionamento appena concluse, offrirà un maggior numero di sedi, con soluzioni più favorevoli, perché distribuite su un numero maggiore di province di tutta la regione e che li vedrà immessi in ruolo con la stessa decorrenza giuridica ed economica dei primi in graduatoria (01/9/2019). Al fine di evitare disparità di trattamento tra docenti che verranno immessi in ruolo lo stesso giorno, anche i docenti che hanno avuto diritto di scegliere un ambito da contingente 2018, meritano di poter scegliere in ordine di graduatoria su tutto il contingente della regione senza essere vincolati dalla provincia dell‘ambito precedentemente accantonato (si vedano in particolare i comunicati di CISL, UIL e CGIL del 2/3 luglio).

  1. QUARTO PROBLEMA: AUMENTO NEGLI ANNI DELLA PERCENTUALE DEI POSTI RISERVATI ALLO SCORRIMENTO DELLE GMR AL FINE DEL LORO CELERE E COMPLETO SCORRIMENTO.

Occorre procedere a tale aumento per le seguenti ragioni:

    1. Innanzitutto le criticità e le lungaggini emerse nel corso della procedura concorsuale in atto (attualmente solo i candidati di alcune classi di concorso e in modo non omogeneo sul territorio nazionale hanno avuto modo di espletare le prove concorsuali e accedere alle relative graduatorie regionali. In alcuni casi non sono nemmeno costituite le commissioni mentre in altri casi, sebbene le procedure concorsuali siano terminate da tempo, non sono state pubblicate le relative G.M.R.E).

Tali ritardi nell’espletamento delle prove in molte cdc nonché la mancata o ritardata pubblicazione delle graduatorie stanno arrecando forte pregiudizio ai candidati, precludendo loro la possibilità di accesso al ruolo nei tempi corretti.

    1. L’aggiornamento delle GAE porterà a spostare migliaia di docenti verso graduatorie vigenti in sedi ritenute più gradite (ad esempio per vicinanza al luogo di residenza ecc.). Ciò comporterà che i posti in ruolo saranno assegnati in via preliminare alle GAE e solo i rimanenti, in subordine alle GMR.

Con tale aggiornamento si inseriranno, inoltre, migliaia di ulteriori docenti precedentemente depennati a seguito del mancato aggiornamento nei tempi di legge della propria posizione e che oggi trovano ragione a seguito dei ricorsi intrapresi.

Appare chiaro pertanto che risulta necessario un provvedimento di proroga delle percentuali maggiori (100% dei posti) almeno anche per gli anni 2020/21 e 2021/22 e che successivamente, a regime, occorre stabilizzare almeno al 50% dei posti la percentuale da riservare allo scorrimento delle GMR.

Tali punti, tutti importanti per restituire un po’ di giustizia ed equità ai docenti abilitati di seconda fascia, sono fondamentali per eliminare disparità di trattamento e diseguaglianze della nostra categoria, anche al fine di evitare contenziosi che necessariamente, a causa di tali disparità di trattamento (con profili di incostituzionalità), si apriranno.

Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati

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