L’intesa di governo rischia di naufragare sulla questione della regionalizzazione ed in particolar modo sugli stipendi degli insegnanti. Questo era quanto riportava un servizio dell’ansa, dopo il tormentato vertice in Consiglio dei Ministri che si era tenuto ieri sera, dove era deflagrata la polemica tra Salvini e Di Maio culminata con le rispettive dichiarazioni. Il primo che accusava gli alleati di voler sabotare l’intesa e il secondo che respingeva seccamente al mittente una proposta che ricorda molto da vicino le vecchie gabbie salariali.
Conte nei panni del pompiere
Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno contribuito ad abbassare i toni delle parti e a rassicurare l’opinione pubblica. Si è trattato di una normale discussione in cui era naturale che ciascuno esprimesse il proprio pensiero. Sono temi molto importanti”. Sarei sorpreso – ha detto Conte – se ci fosse stato un pensiero unico su tutto”. Si è trattato di un normale confronto democratico tra correnti di pensiero diverse, ma questo non impedirà la ripresa dei lavori per definire i dettagli dell’intesa. In chiusura di giornata arrivava anche un contributo di chiarezza sull’intera problematica da parte del senatore Pittoni.
Lega non chiede di pagare di meno gli insegnanti
Il senatore della Lega Mario Pittoni ha inteso spiegare meglio il senso della proposta della Lega. Lo ha fatto contattando Orizzonte Scuola, fornendo una precisazione su tutta la questione che sta provocando la levata di scudi delle organizzazioni sindacali a difesa delle retribuzioni degli insegnanti. “La Lega – ha riferito – non ha mai parlato di abbassamento degli stipendi, ma di adeguare gli stipendi al costo della vita in base al luogo in cui lavorano con fondi regionali, quindi soldi in più non in meno”.