Scuola, precariato docenti: Pittoni 'Scorretto presentare appelli precari come richiesta di favori'
Scuola, precariato docenti: Pittoni 'Scorretto presentare appelli precari come richiesta di favori'

La questione della regionalizzazione spacca e divide il fronte dei docenti. Monta la preoccupazione per l’insistenza con la quale Salvini sta discutendo animatamente in Consiglio dei Ministri con il premier Conte e l’altro alleato Di Maio. Ma sulla questione degli stipendi più bassi emerge con forza l’esigenza di fare chiarezza. La Lega non chiede affatto di pagare di meno gli insegnanti

Il senatore Mario Pittoni ha inteso spiegare meglio il senso della proposta della Lega. Ne parlavamo anche in questo nostro altro articolo.La Lega – ha riferito – non ha mai parlato di abbassamento degli stipendi, ma di adeguare gli stipendi al costo della vita in base al luogo in cui lavorano con fondi regionali, quindi soldi in più non in meno”.

 

La funzione delle Regioni

Il presidente della VII Commissione Senato sen. Pittoni, in una nota giunta alla nostra redazione precisa meglio il senso della questione che una parte di stampa ha distorto.

La Lega non ha mai chiesto di abbassare gli stipendi degli insegnanti al Sud. È una stupidaggine, neppure praticabile. Puro terrorismo mediatico di chi teme l’avanzata di Matteo Salvini. Semmai qualche regione potrebbe essere interessata a intervenire per coprire il maggior costo della vita in certi territori. Quindi soldi in più, non in meno”. Lo dichiara il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione della Lega.

Bussetti all’Ansa

Nella convulsa giornata di giovedì scorso si susseguivano gli interventi e le repliche diffuse dall’agenzia di stampa Ansa da parte degli esponenti della Lega. Il Ministro Bussetti ha spiegato così uno dei passaggi cruciali del progetto.

Alcune Regioni – riporta l’ANSA – chiedevano, proprio per dare le stesse possibilità a tutti in tutti i territori, anche in quelli disagiate, di riqualificare al meglio la propria istruzione e legare alla scuola i propri docenti. Di qui la possibilità eventuale di incentivi per i docenti che svolgono il loro lavoro in zone disagiate, per incentivare la permanenza; lo spirito è questo, poi discuteremo i dettagli, non c’è alcuna volontà di differenziare gli stipendi.

Dunque il progetto è quello di incentivare la permanenza nel territorio attraverso incentivi economici per docenti che  lavorano in zone disagiate. Ad ulteriore precisazione ha aggiunto una rassicurazione. “Le norme generali, i programmi, non si toccano. La scuola è questa. C’è solo la possibilità per le Regioni di intervenire per migliorare e incentivare con iniziative mirate alcuni aspetti.”