L’ospite di questo spazio è l’onorevole Flora Frate (M5S), membro della VII Commissione Cultura della Camera. La redazione di Scuolainforma ha condotto una intervista nella quale vengono toccati i punti dell’ autonomia regionale e delle normative sul reclutamento dei docenti.

L’intervista

Sulla regionalizzazione della scuola pare che il governo si sia diviso. Il Movimento ha ottenuto una vittoria su questo?

Personalmente non credo sia una partita in cui c’è che vince e chi perde. Stiamo governando il paese e temi come quello della regionalizzazione richiedono un grande sforzo per trovare la giusta sintesi tra posizioni diverse. Come ha già chiarito Luigi Di Maio, stiamo procedendo all’autonomia differenziata così come indicato nel contratto del Governo. La regionalizzazione della scuola rischia di generare un divario pericoloso tra scuole di serie A e scuole di serie B. Non solo, è oltretutto incostituzionale. Dobbiamo garantire i livelli essenziali di prestazione sociale e sanitaria, e quindi procedere con l’autonomia differenziata addivenendo alla soluzione più ragionevole. È risaputo che tra noi e la Lega ci sono proposte e prospettive differenti, ma sono certa che alla fine prevarranno l’interesse e l’unità nazionale.

Alcuni suoi colleghi della Commissione Cultura alla Camera hanno dichiarato che per la scuola servono unicamente procedure concorsuali ordinarie. Anche lei è di questo avviso?

In linea di principio non posso che essere d’accordo, ci mancherebbe. Immaginando una situazione astrattamente perfetta e senza i problemi cogenti, certamente l’unico modo per garantire equità nel reclutamento è la procedura concorsuale ordinaria. Questo deve essere l’impegno nel lungo termine. Ma questo non significa ignorare tutte le storture, e le ingiustizie, createsi in questi anni a causa di riforme scellerate e senza criterio. Faccio un esempio. In una situazione patologica avanzata, laddove occorre un intervento chirurgico d’urgenza, il medico non può proporre la prevenzione quale cura. Ecco, a me interessa intervenire sui problemi concreti dei docenti. E l’emergenza attuale è il precariato. Di fronte ad una situazione emergenziale occorre una risposta straordinaria.

A discapito del merito, potrebbe replicare qualcuno.

Sono sensibile al tema, ma dobbiamo chiarirci sul suo significato. Il merito, a mio avviso, è comune a tutti i docenti: chi lavora da anni nella scuola con contratti precari, chi ha superato l’anno di prova senza però entrare in ruolo, chi ha l’abilitazione e l’anzianità di servizio non è da meno rispetto a chi ha superato un concorso altamente selettivo. Insomma, ci sono tante situazioni controverse che la politica deve risolvere per non lasciare nessuno indietro. Non facciamo del merito l’altra faccia della regionalizzazione, per distinguere tra docenti di seria A e docenti di serie B. Sarebbe altamente ingiusto e strumentale.

Lei elenca tanti problemi che, effettivamente, persistono nell’ambito scolastico. Non crede che si tratti, però, di situazioni molto differenti tra di loro?

Situazioni differenti con un comun denominatore: la lotta al precariato che è un punto fondamentale del contratto di governo.

Alcuni giorni fa, durante il Question Time, il Ministro Bussetti ha affermato che il suo provvedimento su PAS e concorso straordinario è pronto ed è stato sottoposto all’attenzione del Presidente del Consiglio Conte. La sua posizione?

Auspico quanto prima la discussione nel Consiglio dei Ministri e poi il voto parlamentare.

Quindi lei voterebbe a favore?

Ma certo! È la cosa più ragionevole da fare.

Non tutti la pensano allo stesso modo, però …

Mi sembra legittimo. Io sicuramente non mi metterò di traverso ad un decreto, frutto di un accordo siglato dal nostro Premier Conte, che stabilizza una parte dei precari della scuola. Se qualcuno pensa di fare diversamente è libero di farlo.

Lei è stata accusata di conflitto di interessi perché pare che faccia parte dei docenti iscritti in terza fascia. Come l’ha presa?

Inizialmente ho sorriso leggendo quell’articolo che addirittura mi paragonava a Silvio Berlusconi. Poi ho preferito chiarire. Il mio non è conflitto di interesse, quanto piuttosto esercizio della rappresentanza. Ci sono tanti miei colleghi avvocati che rappresentano le istanze della propria categoria nelle commissioni pertinenti, anche quello è conflitto di interessi? Facciamo i seri, siamo stati votati per rappresentare, da cittadini, i cittadini nelle istituzioni. Questo è il nostro lavoro.

E il gruppo in quella circostanza ha fatto dichiarazioni in suo favore?

Non mi risultano dichiarazioni. Avranno avuto le loro motivazioni. Chiederò un chiarimento.

Nelle ultime ore ha depositato un’interrogazione per i diplomati magistrali esclusi dall’ultimo concorso straordinario, ci dice di cosa si tratta?

È un’interrogazione al Ministro dell’istruzione Università e Ricerca riguardo l’annosa questione dei docenti diplomati magistrali esclusi dall’ultimo concorso straordinario. Si tratta di circa 3000 docenti i quali, nonostante l’anno di prova superato di fatto sono rimasti esclusi dalle procedure concorsuali straordinarie. Siccome la ratio del Decreto Dignità scuola è proprio quella di risolvere il problema dei diplomati magistrali, al netto dei vari pronunciamenti giurisprudenziali, ho chiesto al Ministro di fare luce sulla questione e di porvi rimedio al più presto.