Scuola, PAS e concorso: come si svolgerà la procedura? Ecco i chiarimenti della Gilda degli Insegnanti
Scuola, PAS e concorso: come si svolgerà la procedura? Ecco i chiarimenti della Gilda degli Insegnanti

Per i docenti ancora precari, l’unico canale di accesso al ruolo rimane quello della valorizzazione del merito garantita da un concorso pubblico. L’orientamento predominante dei governi degli ultimi 20 anni è andato sempre più consolidando questo indirizzo politico.

Tuttavia, il buon funzionamento di questo meccanismo, è stato inficiato da una miriade di provvedimenti normativi e decreti a carattere d’urgenza che hanno indebolito l’unitarietà della categoria dei docenti all’atto della richiesta di provvedere ad alcune situazioni ancora irrisolte. Per chi non vive questa realtà dall’interno è impossibile comprendere il motivo dello stato di agitazione, che potremmo definire permanente, degli insegnanti.

D’altronde non potrebbe essere diversamente, dal momento che tutti gli organi di stampa evidenziano con massima enfasi gli annunci del ministro dell’istruzione relativi alla stabilizzazione dei tanti docenti precari.

Non per capriccio ma per la tutela di un diritto

Dedichiamo pertanto questo spazio a tutti coloro che non sono insegnanti. Parliamo di quel mondo collegato alle problematiche scolastiche caratterizzato dai genitori che nel tempo hanno patito gli effetti negativi di discutibili decisioni politiche. Citiamo ad esempio il caso degli studenti affetti da disabilità che più di tutti hanno bisogno di avere lo stesso insegnante di sostegno per tutto il ciclo scolastico.

Vero è che il ministro Bussetti ha avviato il IV ciclo TFA sostegno per dotare la scuola di 40.000 docenti specializzati in 3 anni (gli altri due cicli si svolgeranno nei due anni successivi). Ma nelle graduatorie degli insegnanti precari ci sono ancora migliaia di docenti che attendono di essere nominati in ruolo. Si doveva e si poteva partire da loro, ma il governo ha deciso di contenere la spesa pubblica e di limitare le immissioni in ruolo già da questo mese di settembre in un numero che approssimativamente si aggira intorno alle 100mila unità.

La lunga lista d’attesa del ministero

A beneficio dell’opinione pubblica illustriamo tutte le categorie di docenti ancora precari in attesa di essere stabilizzati.

1) i docenti storici delle Gae infanzia;

2) gli idonei del concorso docenti 2016;

3) i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio;

4) i docenti abilitati FIT 2018/2019;

5) gli idonei delle precedenti sessioni del TFA sostegno;

6) i docenti delle scuole paritarie;

7) i diplomati magistrali con meno di 2 anni di servizio;

8) i docenti abilitati all’estero in attesa del riconoscimento del MIUR;

9) i docenti ingabbiati;

10) i docenti della fase C del ‘Piano’ Renzi.

La lista sopra illustrata con tutta probabilità verrà integrata dai commenti degli insegnanti che non sono ricompresi in questo elenco, ma già così, chi inveisce contro i docenti accusandoli di non essere mai contenti e di pensare ad imparare il proprio mestiere, potranno farsi un quadro molto più preciso di tutta la situazione. Soltanto ad elencarli tutti c’è da farsi girare la testa. Un autentico rompicapo per i tecnici del ministero, per i quali si prospetta un’altra estate bollente dedicata a sciogliere le maggiori criticità provenienti dalle ultime disposizioni legislative.

Riordino generale

Nelle aule dei gruppi parlamentari giace ancora il progetto di riforma del T.U., provvisoriamente accantonato per far fronte all’emergenza appena descritta. Quando si dice che bisogna correggere gli errori del passato, prima di bandire un altro concorso pubblico, si intende dire che occorre normalizzare una situazione incancrenita da vent’anni di scelte sbagliate.

Per questo motivo risulta offensivo leggere il termine di ‘sanatoria‘ a fianco di ogni proposta che proviene dalla categoria dei docenti.

Siamo tutti d’accordo che la valorizzazione del merito sia il criterio principe per l’accesso ai ruoli nella pubblica amministrazione. Ma se è vero che i politici hanno già buttato giù delle bozze di riforma del testo unico, è altrettanto vero che nel frattempo si può intervenire con provvedimenti ad hoc. È del tutto evidente che anche a Montecitorio siano convinti di questa necessità. Si tratta di una linea di pensiero corroborata dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito la piena legittimità dei concorsi riservati al personale in possesso di un servizio pregresso nello Stato.