Diplomati magistrali, Cassazione, permanenza nelle Gae e continuità didattica

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La notizia di ieri sul giudizio della Cassazione circa la conferma dell’esclusione dalle Gae dei diplomati magistrali ha causato le reazioni preoccupate di tutti i diretti interessati. Per molti di loro non è apparso immediatamente chiaro il significato della pronuncia.

La Cassazione ha detto che non c’è stato abuso di potere. I diplomati magistrali che attendono ancora di sapere se a settembre potranno continuare a lavorare con chiamata da Gae temono di non poterlo più fare a causa di questa sentenza.

Chi riguarda

A questa prima domanda si può rispondere facilmente dicendo che gli effetti di questa sentenza ricadono sui diretti ricorrenti che comparivano nel ricorso in Cassazione. La pronuncia assume importanza per il fatto che, quando verranno discusse le sentenze di merito, il Tar dovrà riportare questa motivazione quando disporrà il depennamento dalle Gae.

È prassi comune infatti l’estensione a tutti i ricorsi ancora pendenti. Fino a quel momento i diplomati magistrali continueranno a permanere in queste graduatorie, mantenendo il diritto alla stipula di contratti a tempo determinato e/o indeterminato.

Esclusione da Gae

La Cassazione non è entrata nel merito del diritto a permanere nelle Gae. Ai giudici, in sostanza, è stato chiesto se all’interno del dispositivo della Plenaria del Consiglio di Stato ci fosse stato un abuso di potere da parte dei giudici di Palazzo Spada, tale per il quale sospenderlo per poterlo contestare con altre argomentazioni.

In questo modo si sarebbe guadagnato tempo ‘congelando’ le posizioni dei ricorrenti.

Avrebbero tutti quanti mantenuto l’acronimo T che significa inserimento con riserva. Si è trattato di una strategia legale volta ad individuare un’altra strada per arrivare a confermare il diritto leso principalmente lamentato dagli studi legali che hanno avviato il contenzioso originario con l’amministrazione.

L’interpretazione della pronuncia

La lettura data dagli organi di stampa a questa notizia non è stata propriamente corretta. Non si trattava di confermare l’esclusione dalle Gae, ma di chiedere ai giudici in pratica di annullare il giudizio dell’adunanza plenaria. E del resto anche l’avvocato Miceli di ANIEF ha chiarito meglio i concetti. Tutti i ricorrenti inseriti con riserva mantengono loro posizioni fino ai meriti.

Non a caso, all’interno del suo intervento a supporto della pronuncia, ha parlato dell’estensione anche agli anni successivi della norma appena approvata dal Miur per la conferma nella stessa scuola ai fini della garanzia della continuità didattica. Appare ovvio che sarebbe stato inutile chiederla se già da oggi i diplomati magistrali fossero stati estromessi definitivamente dalle Gae.

Sulla natura dei contratti che verranno stipulati a settembre occorrerà vedere il comportamento effettivo tenuto dagli USR per ogni regione. Non sarebbe la prima volta (ahimè) che a qualcuno fosse stato proposto un tempo indeterminato e a qualcun altro no.

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