Con le dichiarazioni dei politici, rilasciate ieri sera ai microfoni delle principali emittenti nazionali, sul decreto salva precari, passato con la formula del salvo intese, piomba uno stop prima ancora che il testo possa arenarsi nell’ emiciclo di Palazzo Chigi. Con la “parlamentarizzazione” della crisi annunciata da Conte ritorna tutto in discussione. In ballo ci sono il nuovo concorso straordinario per la scuola secondaria e i nuovi corsi abilitanti Pas aperti anche ai dottori di ricerca.
I nodi principali
Il destino dei docenti precari torna nuovamente in mano alla politica. Dopo una lunga ed estenuante trattativa condotta con il governo Conte, i sindacati erano riusciti a concordare misure dignitose per strappare al precariato oltre 50.000 docenti della scuola secondaria ancora privi di abilitazione all’insegnamento. Sul testo del decreto sorgevano i dubbi da parte di alcuni esponenti della VII commissione istruzione e cultura. Le dichiarazioni del ministro Bussetti facevano da contraltare, lasciando aperta la porta ad eventuali aggiunte e migliorie, negando che ci potessero essere stravolgimenti al testo concordato con i sindacati.
Tempistica
Le speranze di fare presto ed evitare così di perdere altro tempo prezioso sono legate ad un filo molto sottile. Quanto riferito dal premier Conte ieri sera ha illustrato lo scenario maggiormente temuto dai docenti. Il Parlamento non chiuderà per ferie ma lavorerà attraverso gli incarichi esplorativi che verranno affidati ai presidenti di Camera e Senato con lo scopo di verificare se è possibile ancora avere una maggioranza. Tutto questo richiederà del tempo e non è detto che la discussione possa riprendere tanto velocemente. Allo stato attuale è assolutamente difficile fare previsioni di sorta. Questa prima fase dovrà concludersi antro la prossima settimana. In denegata ipotesi, Mattarella avrebbe due opzioni: governo tecnico oppure elezioni anticipate.