Crisi di governo, Bonisoli: stop assunzioni e aumento stipendi

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La delusione di Alberto Bonisoli, attuale Ministro per i Beni e le Attività Culturali, è forte dopo le decisioni inspiegabili del leader della Lega con l’apertura preannunciata della crisi di governo.

Il ministro Bonisoli a proposito della crisi di governo voluta da Salvini: “Così si mettono a rischio molte misure a favore dei lavoratori”

I provvedimenti a favore della risoluzione dei problemi che attanagliano il ministero che ha l’onore di dirigere, adesso sono a rischio, proprio per l’irresponsabilità del collega Salvini. Al di là dell’appartenenza ai colori politici, le scelte del vice premier Salvini produrranno un effetto negativo per il personale che lavora in questo ministero e per tutta la cultura di questo Paese.

Il ministro Bonisoli esprime queste sue perplessità attraverso un video (pubblicato in queste ore) in cui elenca tutte le misure promosse dal suo Ministero e in atto di svolgimento, le quali purtroppo potrebbero essere tutte stoppate.

Bonisoli spiega, infatti, che il Mibac ha già da tempo programmato (a partire dal prossimo ottobre) tutta una serie di iniziative concorsuali e molte misure utili oltre che necessarie sul fronte delle assunzioni, in particolare:

  • Un bando di concorso ad ottobre per oltre 3.00 unità;
  • Un bando di concorso che sarebbe partito nello stesso periodo per l’assunzione di 28 dirigenti;
  • Le assunzioni già programmate da tempo di 1.000 funzionari (a dicembre 2019);
  • La mobilità di 250 lavoratori che sarebbero dovuti transitare dai centri per l’impiego al Ministero per i beni e le attività culturali.

Ulteriori provvedimenti erano già stati programmati, attraverso alcuni specifici capitoli di spesa (oltre 10 mln di euro) previsti all’interno dell’ultima legge finanziaria; questi, riguardano nello specifico l’investimento per la formazione e la stabilizzazione del personale del ministero da lui rappresentato. Ecco in breve i provvedimenti in questione:

  • L’assunzione di 30 dirigenti di II fascia in più che si sarebbero sommati, a partire dal 2020, a quelli già operativi;
  • L’incremento del fondo delle risorse decentrate (ex FUA 2018) mediante l’utilizzo del 5% dei ricavi provenienti dai musei statali italiani;
  • La maggiorazione dell’indennità di amministrazione, attualmente la più bassa tra tutte le pubbliche amministrazioni:
  • L’aumento dell’indennità di amministrazione per i dipendenti MIBAC, equiparandola spiega Bonisoli ai dipendenti del ministero della Giustizia;
  • Alcune risorse finanziarie destinate alla formazione del personale;
  • La progressione verticale di carriera, dalla seconda alla terza area, con lo scorrimento totale delle graduatorie degli idonei (personale precario) del 2010.

Insomma, con l’interruzione brusca di questo governo, precisa il ministro, si metterebbero a rischio tutti questi provvedimenti, volti indubbiamente a risolvere i problemi che attanagliano da sempre questo ministero: “Se ciò avvenisse, questo sarebbe un danno per il ministero, per il paese e per la cultura italiana” conclude Bonisoli.

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