Il Pd e la scuola
Scuola, il PD torna alla carica dopo flop #buonascuola Renzi: ecco gli obiettivi

La sinistra e la scuola, Zingaretti  annuncia un cambioverso rispetto al recente passato. Purtroppo rimangono idee vuote, finché non si prenderanno di petto le  ultime Riforme che tanto danno hanno fatto alla scuola.

Il Pd  propone vuote parole 

Nicola Zingaretti, nuovo segretario del Partito Democratico, ha reso pubblico il suo pensiero, trattando anche del rapporto tra il Pd e la scuola. Non con un’intervista, ma con un libro dal titolo ammiccante Piazza Grande (Feltrinelli, 2019).Titolo mutuato da una bellissima canzone di Lucio Dalla. Una piazza molto vicina all’agorà greca, centro di ogni pòlis e fonte di idee per migliorare la vita cittadina.
Purtroppo la lettura conferma il profilo di una sinistra post-ideologica, proponendo molte idee. Un minestrone di elementi etici, socialdemocratici e riformisti, che però manca dell’elemento propositivo.
Alcune idee risultano interessanti quali l’affermazione del Noi contrapposto al postmoderno Io, la centralità della persona e il sostegno a un’economia giusta. Tutte però esprimono la debolezza del pensiero (G. Vattimo), breve, perché privo di prospettiva. E’ la conferma di una sinistra che ha abbandonato il tradizionale colore rosso adottando una tonalità cromatica più annacquata, vicina al fucsia (Diego Fusaro, 2019). In altri termini, una sinistra che ha abbandonato ogni idea di riformismo, abbracciando il vuoto delle parole o degli slogan 2.0.

Pd e la scuola la conferma di una verbosità inconcludente

Pd e la scuola, conferma lo sfondo descritto. Parole, parole al vento. All’istruzione sono dedicate quasi tre pagine (101-103), dove l’inclusione e il ruolo strategico della scuola rappresentano le classiche briciole di pane, disseminate nella breve trattazione, ma prive di concretezza.
Riporto il passaggio più significativo: “La scuola deve tornare a essere uno straordinario presidio sociale, la principale arma contro le disuguaglianze, capace di offrire ai bambini e ai ragazzi una possibilità non solo di crescita, ma di riscatto, in un tempo in cui le eredità famigliari e geografiche segnano ancora i destini delle persone.
Il Partito Democratico deve impegnarsi per una scuola che sappia affrontare le sfide sociali e democratiche, che riesca trasformare la diversità in risorsa, la marginalità in inclusione, che educhi alla sostenibilità e all’innovazione, che riporti il sistema formativo ad avere nell’opinione pubblica il ruolo che gli spetta” (pag. 101)

La prudenza del Pd sulle recenti riforme della scuola

Chi potrebbe obiettare? Il problema e l’assenza di strumenti operativi per concretizzare i suddetti elementi  e che conducono allo smantellamento della Riforma Gelmini (2008-2009) e della “Buona Scuola” (L.107/15).
Sulla prima si tace, confermando quanto più volte dichiarato da M. Gelmini che il Pd ha espresso solo un’opposizione verbale, guardandosi bene dall’abrogarla. Eppure di danni ne ha prodotti diversi. Uno su tutti: il prelievo forzoso di 8 miliardi di Euro, dato dal combinato dell’innalzamento di un punto in percentuale del rapporto alunni/docente con il dimagrimento di 87.000 insegnanti.
Per inciso, non si fa nessuna autocritica sulla formalizzazione delle classi superpollaio (Legge di stabilità 2015, art. 1 comma 333), volute dal Governo Renzi.
N. Zingaretti tratta velocemente della Buona Scuola (L.107/15), attribuendo ad essa la frattura con il mondo della scuola. Non si addentra sulle cause: pessima comunicazione, come sostenuto dall’ex segretario Renzi in diverse interviste e nel libro Avanti (Feltrinelli, 2017)? Criticità insite nel disposto?

Avanti, indietro non si torna” il motto della sinistra post-ideologica

La pubblicazione di N. Zingaretti conferma l’abitudine dei partiti (e non solo) ad andare avanti. In questo contesto il guardarsi indietro perde ogni significato, perché pericoloso. Se questo avvenisse, si potrebbe incorrere nel sospetto di valorizzare il passato, e quindi di non essere postmoderni. E’ preferibile trattare Il passato come un cadavere da non riesumare. Quello che conta è guardare avanti, mettendo una pietra tombale sui disastri. Siamo sicuri che l’approccio funzioni con la scuola, che fonda la sua azione anche sulla tradizione?