Il decreto ‘salvaprecari’ in bilico come, del resto, è fortemente in bilico il futuro politico del nostro Paese. Il vicepremier Salvini prima minaccia di andarsene dal Governo salvo poi fare dietrofront con il Movimento 5 Stelle, il quale, a sua volta, sembra determinato a mettere la parola fine all’alleanza con la Lega. Il Governo gialloverde è arrivato alla frutta ma la scuola non si può permettere il ‘lusso’ di pagare, ancora una volta, i capricci politici dell’uno o dell’altro schieramento. Il decreto ‘salvaprecari’ stava ormai vedendo lo striscione dell’ultimo chilometro ed era ormai prossimo a tagliare il traguardo: i precari storici avevano quasi a portata di mano la loro sospirata stabilizzazione e invece? Tutto da rifare, o quasi.
Decreto salvaprecari: Anief ‘Si abbia la decenza di tacere’
Sul decreto ‘salvaprecari’ abbiamo assistito ad un continuo rimpallo delle responsabilità, con il senatore Mario Pittoni che attribuisce al Movimento 5 Stelle la colpa di una situazione di stallo mentre i ‘grillini’ hanno insistito per una maggior rigidità delle nuove misure da introdurre.
Secondo il sindacato Anief è arrivato il momento di guardarsi in faccia, approvando i provvedimenti realmente utili alla scuola e a risolvere, in particolare, i problemi di organici e di copertura delle cattedre vacanti.
Anief: ‘Non è con la fantapolitica che si governa la scuola’
Il presidente Marcello Pacifico ritiene che occorra ‘con estrema urgenza provvedere alla riapertura delle GaE, all’estensione del doppio canale di reclutamento a graduatorie d’istituto provinciali, alla salvaguardia dei ruoli e al reintegro dei docenti licenziati, alla stabilizzazione del personale educativo ed Ata, ad assunzioni da graduatorie di merito nazionali, all’attuazione di organici differenziati nei territori più bisognosi, ad organici di diritto formati su tutti i posti vacanti, inclusi quelli in deroga di sostegno, a mobilità ordinarie annuali e corsi fisiologici abilitanti oggi banditi ogni cinque-sei anni che si chiamino PAS o con altri acronimi. Non è con la fantapolitica – conclude Pacifico – che si Governa la scuola”.