Riapertura scuole ultim'ora, si è concluso incontro Miur-Cts-sindacati

I numeri della Ragioneria dello Stato, in merito agli stipendi del personale scolastico, sono impietosi: docenti e personale Ata, oltre ad essere tra i peggio pagati nella Pubblica Amministrazione, detengono il poco invidiabile record per quanto riguarda il precariato. Un’emergenza che rischia di aggravarsi ulteriormente con l’inizio del prossimo anno scolastico, tanto più che la crisi di Governo sta mettendo seriamente in pericolo gli accordi raggiunti lo scorso 24 aprile con i sindacati. Dopo la Buona Scuola di Renzi, un altro fallimento che peserà inevitabilmente sulle spalle del personale scolastico.

Il sindacato Anief ha stilato un elenco di sette punti attraverso i quali si potrebbe rispondere in modo concreto a questa emergenza. I sette punti sono stati indicati in una nota pubblicata sul sito ufficiale del sindacato.

I sette punti indicati da Anief per rispondere all’emergenza nella scuola

Ecco i punti in questione: ‘1) sbloccare i soldi destinati alla scuola dalla legge 133/2008 per aumenti di almeno 200 euro mensili e immediati; 2) assumere su tutti i posti vacanti anche di Quota 100 e in organico di diritto o in deroga su sostegno; 3) salvaguardare i ruoli a qualunque titolo già assegnati, in caso di superamento dell’anno di prova; 4) stabilizzare tutti gli idonei dei concorsi ordinari e straordinari e i precari con 36 mesi, i docenti dalle graduatorie di istituto e gli Ata, educatori, assistenti alla comunicazione al pari dei lavoratori delle cooperative; 5) favorire una mobilità ordinaria, annuale con passaggi di ruolo e passaggi verticali; 6) garantire la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo sancita dalla giurisprudenza; 7) avviare concorsi ordinari regolari con graduatorie nazionali.’

Pacifico, Anief: ‘Intesa 24 aprile? Una vera farsa all’italiana’

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha commentato i dati relativi agli stipendi del personale scolastico: ‘Diventa sempre più indispensabile attuare una svolta nel settore della scuola, dove, però, si continua a tagliare viste anche le riduzioni progressive di spesa pubblica previste nell’ultimo Def. Non ci aspettavamo molto dal vago accordo del 24 aprile scorso, una vera farsa all’italiana – ha sottolineato Pacifico – siglato a Palazzo Chigi tra il capo del Governo e gli illusi sindacati maggiori che, dopo avere esultato per i promessi aumenti a tre cifre e il ritorno dei concorsi riservati, sono tornati a minacciare quello sciopero ritirato prima delle elezioni europee. Come sapevamo che gli aumenti-mancia del 3,48% del Governo Gentiloni più l’indennità di vacanza contrattuale, di poco superiore allo 0,5%, introdotta da aprile dalla maggioranza giallo-verde, non avrebbero mosso più di tanti i compensi dimezzati rispetto al resto d’Europa dove si lavora anche meno rispetto all’Italia, né recuperato l’inflazione degli ultimi dieci anni (+14%).’