Sulla complessa vicenda dei diplomati magistrali Giulia Bertelli della Cub scuola parla a tutto campo in una intervista concessa alla nostra testata. Dalla delusione della scarsità di posti messi a disposizione nell’organico di diritto dopo la quota 100 fino a toccare la tematica dei concorsi riservati.

L’intervista

Maestra Giulia, di recente ha ricevuto la nomina per la stipula di un contratto a tempo indeterminato. Si sente di dedicare a qualcuno in particolare questo lieto evento?

Giulia

Alla perseveranza e alla testardaggine di voler fare questo lavoro ed accumulare giorni di servizio anche se per anni era necessario attendere la chiamata per la supplenza giornaliera alle 7,45.

Redazione

Sul fronte della tutela dei diplomati magistrali lei è sempre stata molto attiva eppure, da qualche parte, le sono piovute addosso critiche di rivolgersi esclusivamente ai colleghi del Piemonte. Come ci si difende da queste accuse?

Giulia

Le critiche partono da gente poco informata sui fatti reali avvenuti in 10 anni di lotte anche con colleghi che hanno poi preso altre strade. La battaglia per il titolo abilitante iniziata nel 2008 e conclusasi nel 2014 ha portato benefici a tutta la categoria. La battaglia per le Gae ha portato risvolti nazionali. La rivolta contro gli esiti del dicembre 2017 contro la decisione dell’Adunanza plenaria è partita da Torino con la prima manifestazione il 21/12 e da lì si è diffusa.  Abbiamo contribuito a portare in piazza svariate volte come Cub centinaia di colleghe dando la disponibilità dei pullman o sostegno per i viaggi in treno. Abbiamo partecipato a 6 incontri al miur per la questione dei diplomati. Direi che il Piemonte è stato il viatico ed è la nostra casa dove ho l’onore di guidare la federazione provinciale con più iscritti alla Cub ma non è il nostro confine .

Redazione

Di recente l’USR Piemonte, su impulso di alcune diplomate magistrali del coordinamento DMA Piemonte, avevano incontrato i dirigenti, ricevendo formale rassicurazione circa la possibilità del reinserimento in seconda fascia per coloro che erano stati licenziati in seguito ad alcune sentenze di merito. In altre regioni tutto tace ancora su questa triste e dolorosa vicenda. Perché, a suo giudizio, tutte queste differenze territoriali?

Giulia

C’è stato un lavoro sinergico per poter portare l’attenzione sul tema del reintegro nelle graduatorie di seconda fascia a pieno titolo dei colleghi soggetti a sentenze di merito negative. Dividersi non aiuta, fare fronte comune si, come anche le numerose azioni di lotta svolte in Piemonte.

Redazione

Il meccanismo del turnover sì sperava che quest’anno potesse provocare l’aumento dei posti in più per via della quota 100. Il Mef non ha autorizzato tutto il contingente richiesto dal Miur. È stata persa un’altra occasione per ridurre il fenomeno della supplentite?

Giulia

Come ogni anno i pensionamenti che possono essere resi disponibili per i tempi indeterminati sono quelli risultanti liberi da cessazione dal servizio del 1 settembre dell’anno precedente. Quest’ anno il Governo, o parte di esso, ha tentato di creare uno dei numerosi spot elettorali di cui è capace facendo credere al mondo della scuola che ci sarebbero stati anche i posti della quota 100 tra quelli disponibili. Ovviamente ciò non è avvenuto e sono stato inferti altri pesanti tagli al sistema istruzione che come sempre si riverberano su alunni e docenti. Al conteggio finale mancheranno migliaia di cattedre al 31/08 e al 30/06, con poche speranze di trovare coperture che non siano da messa a disposizione in molte regioni del centro nord e pochi posti a tempo indeterminato.

Redazione

Prima dell’inatteso stop causato dalla sfiducia al governo annunciata dalla Lega, in VII commissione ferfeva il lavoro approdare alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del cosiddetto decreto salvaprecari. Che ne sarà dei prossimi concorsi se non si ritroverà un accordo per sedersi di nuovo dietro ad un tavolo? Quali possibilità concrete ci sono, a suo giudizio, che possa essere bandita una sessione bis del concorso riservato ai docenti della scuola primaria e dell’infanzia?

Giulia

In questi anni le soluzioni adottate, fatte passare come scelte risolutive per i precari, sono sempre state imbevute di interessi politici .L’ultima querelle movimento 5 stelle e lega sui precari di 3 fascia, ad esempio, è disgustosa . Questi sono colleghi che vantano anni e anni di esperienza che in paesi normali dopo 36 mesi sarebbero stati stabilizzati e la loro abilitazione riconosciuta.

Questi docenti vengono visti come muli da soma utili a reggere il sistema. Non può nemmeno essere taciuto il fatto che l’accordo proposto, poi messo in stand by dalla crisi di governo, ha visto mesi e mesi di discussione, con un mancato sciopero che avrebbe invece dimostrato quanto la scuola fosse stufa di una gestione improvvisata come quella degli ultimi anni. Alla fine della fiera siamo arrivati con un governo che sta per crollare con i colleghi ancora al palo.

Le intese e i mancati decreti servono a poco rendono felici i sindacati firmatari ormai esecutori delle volontà dei potenti perché ottengono le sacche di sovvenzioni che ne garantiscono la sopravvivenza, impoveriscono i docenti e li condannano al precariato a vita. Ed è anche il caso dei colleghi della scuola dell’infanzia e primaria rimasti fuori dal riservato poiché docenti delle paritarie o perché non in possesso dei due anni di servizio richiesti per partecipare al concorso riservato.