L’abolizione delle classi pollaio, riconquista il palcoscenico! L’aula da ambiente strapazzato e dimenticato dalle ultime Riforme, torna ad essere importante. Sarà la volta buona? Diverse sono le incognite, non ultima la dimenticanza del PD.
L’abolizione delle classi pollaio, torna ad essere centrale
L’abolizione delle classi pollaio riprende la scena che si merita. La sua recente storia è un mix di comparsa/scomparsa. Dopo tre governi di centrosinistra (Letta, Renzi, Gentiloni) riprende il palcoscenico, grazie all’inserimento nel contratto del governo giallo-verde (maggio-giugno 2018) e soprattutto a un provvedimento ad hoc a firma della deputata pentastellata L. Azzolina (5 luglio 2018). Purtroppo tutto questo non ha avuto seguito per l’opposizione non dichiarata della Lega (intervista L. Azzolina agosto 2019).
Ora grazie a Di Maio torna a riproporsi tra i 10 punti programmatici del M5s. ” La scuola pubblica – dichiara i capo politico dei 5 stelle – e’ un bene comune serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti.”
Interessante il passaggio “serve prima di ogni altra cosa…”. E’ confermata, quindi l’attenzione del M5s sul problema, creato dal duo Gelmini/Tremonti (2008-09) per far quadrare i conti pubblici. Nel contratto di governo, infatti l’abolizione delle classi pollaio era proposto in cima alla lista degli obiettivi da conseguire. Prima ancora della “Buona Scuola”. Poi è arrivato M. Bussetti, Ministro leghista, e la sua indifferenza al problema.
La centralità dell’aula, ambiente educativo di apprendimento
Ora la nuova attenzione all’abrogazione delle classi pollaio comporta il ritorno dell’aula, come ambiente che giustifica la presenza del sistema scolastico. Qui si gioca tutta la credibilità del sistema-scuola. Qui avviene l’incontro tra il passato (la tradizione), il presente/futuro (gli studenti).
Purtroppo, i governi che si sono succeduti dal 2008 al 2018 (Berlusconi-Renzi) hanno devastato l’aula, compromettendo l’apprendimento costituito inevitabilmente dalla diversità che per essere accolta necessita di numeri pedagogici. Da diverso tempo Il filosofo greco U. Galimberti, ha dichiarato che le classi pollaio sono fortemente diseducative. Quelle di segno opposto necessitano di 12-15 alunni/studenti. Punto.
L’abolizione delle classi pollaio, un cammino tutto in salita
Allora, tutto bene? Non direi. Il primo problema è la dimenticanza del PD. Qualche giorno fa l’On. C. Sgambato, responsabile Scuola del Partito Democratico, ha parlato molto di Legge 107/15, ritenendola un buon provvedimento. Nonostante tutto! Ha parlato anche di altro, ma non di classi pollaio. Pessimo segnale che preoccupa! Timore che aumenta, perché esiste la possibilità che il Miur venga colonizzato da un rappresentante del PD.
Come leggere infatti un’altra intervista dell’On. C. Sgambato, magistralmente sintetizzata da B. Ventura con ” Ci penseremo noi” ?
Il maggior problema sono però le risorse necessarie. Nella proposta di legge a prima firma di L. Azzolina (M5s), è scritto che per il primo anno di attuazione serviranno 338.500.000 € , per il secondo anno 1.715.100.000 euro e infine per il terzo anno 2.130.000.000 di euro. Quindi non spiccioli!
A breve i dubbi saranno risolti. Capiremo molto dalla scelta del nuovo Ministro e dal programma. Nel primo caso, se sarà pentastellato si potrà sperare. Diversamente possiamo “lasciar ogni speranza“