Scrivo in rappresentanza di tutte le docenti con diploma magistrale che come me, da anni, vivono la costante situazione del precariato e che di anno in anno vengono proiettate come tante schegge impazzite da una scuola all’altra, facendo da tappabuchi nel ” colabrodo” scolastico del sistema di reclutamento italiano dei docenti.

I nostri decenni di esperienza vengono umiliati costantemente da contratti a tempo determinato, penalizzando in primis i vostri figli ai quali cui non viene garantita la continuità didattica. Conseguentemente anche il nostro piano educativo viene stravolto dai vari spostamenti.

Lo scorso anno siamo state umiliate e messe alla prova da un concorso straordinario per la stabilità a tempo indeterminato. Lo abbiamo sostenuto con dignità, studiando nei ritagli di tempo fra scuola e famiglia, di giorno e di notte, facendocela infine fra mille peripezie.

Dico umiliate perché sono state messe in discussione le nostre competenze che per anni sono andate bene ai vari ministri dell’ istruzione. Mi chiedo pertanto, perché mettere in discussione il nostro operato quando per anni abbiamo lavorato nelle scuole, con alcune di noi lontano dalle nostre famiglie, pur di ottenere il meritato ruolo?

Ora, a quanto pare il potenziale governo che si sta delineando, ha già pensato di mandare all’aria i 155 mila posti su cattedre VACANTI!

Ognuna di noi ha diritto di entrare in ruolo, in primis perché legge vuole che quando si lavora in un ente pubblico per 36 mesi, è d’obbligo stipulare contratti a tempo indeterminato; in secundis perché il nostro lavoro è fatto di umanità e non di strumenti materiali.

Molte di noi si affezionano ai propri alunni (e viceversa) perché si costruisce un rapporto di empatia, affetto e crescita reciproca interiore e culturale. Ogni volta si conduce un’esperienza innovativa.

Nelle dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa i leaders dei due partiti ex alleati di governo avevano promesso mari e monti. Evidentemente a noi sembrava fosse un sogno quando, in realtà, “era solo un calesse”, tanto per parafrasare il titolo di un celebre film.

Pertanto invito tutti ad appoggiarci nella battaglia contro il nostro precariato, anche e soprattutto per il futuro dei vostri figli a cui viene ogni anno negata la CONTINUITÀ DIDATTICA.

SUPPORTATECI! Siamo in 155 mila e la mia e nostra fiducia ve la confermeremo nelle urne!

Ma vi prego, parlate di noi, non buttateci nel dimenticatoio dei governi che ci hanno preceduti…

Perché, insieme a noi ed ai nostri diritti, vengono negati soprattutto quelli dei vostri figli.

Maestra Fiorella