Il Presidente del Consiglio uscente Giuseppe Conte è il vero vincitore di questa crisi di governo che ogni giorno offre colpi di scena a ripetizione. Dopo un visita al Quirinale per rassicurare Mattarella che proseguirà nel suo lavoro di mediazione, è tornato a Palazzo Chigi per cercare di realizzare una sintesi nei programmi di M5S e PD. Smentita la notizia che starebbe meditando di rinunciare al mandato esplorativo.

La spallata del MoVimento 5 Stelle

Il rilancio di Di Maio con i 20 punti ha provocato un terremoto al largo del Nazareno. La mossa del leader pentastellato si è rivelata vincente perché, rispetto ai primi sondaggi dei giorni immediatamente successivi all’apertura della crisi, il MoVimento ha riguadagnato ben 8 punti percentuali, passando dal 17,8% al 25% di questa mattina. Gli uomini di Casaleggio stanno preparando la rimonta in vista del probabilissimo ritorno alle urne.

PD stabile

In queste ultime ore diminuisce visibilmente la probabilità che vada in porto l’accordo per la formazione di un governo rosso giallo a guida Conte. Al largo del Nazareno non l’hanno presa bene e chiedono chiarimenti a Di Maio circa il suo cambio di direzione. A queste condizioni dicono. Nelle preferenze di voto il Partito Democratico mantiene un Outlook stabile intorno al 31%.

L’outsider

Ma la vera sorpresa degli ultimi risultati dei sondaggi, circa le preferenze di voto degli italiani, è l’incredibile rimonta del partito di Giorgia Meloni. Il profilo tenuto dalla leader di FDI, che mantiene ferma la posizione di tornare immediatamente a votare, porta al sorpasso di Forza Italia, divenuta il partito con minori consensi all’interno della coalizione di centro-destra. Il partito di Berlusconi scivola al 6% contro il 9% di FDI.

La retromarcia della Lega

All’interno del Carroccio ci si interroga sulle cause della perdita di consenso. In molti hanno indicato la responsabilità di Salvini quale causa principale. Fatto sta che, mentre il Ministro dell’Interno torna a reclamare di tornare alle urne, il suo partito scende al 30%, con un calo secco dell’ 8% rispetto al periodo delle elezioni europee.