La richiesta dei docenti della scuola primaria e dell’infanzia che non avevano il requisito delle due annualità all’epoca del bando del concorso riservato dello scorso anno è quella di avere le stesse possibilità dei colleghi che hanno partecipato allo scorsa procedura concorsuale straordinaria. Ciò in virtù del titolo abilitante conferito in via permanente al diploma magistrale.
I concorsi riservati sono la prassi vigente nella pubblica amministrazione riservata a chi aveva già lavorato alle dipendenze dello Stato. La normativa generale non prevede un termine minimo di servizio prestato per avere il diritto a partecipare ad un concorso riservato. La norma viene incontro alla richiesta di non precludere la partecipazione al concorso straordinario ai docenti precari che non siano riusciti a prestare due annualità complete di servizio nella scuola statale, pur lavorando da più anni tanto in supplenze nella scuola statale che, con contratti di varia natura, presso le scuole paritarie.
Non va infatti dimenticato che tale concorso è stato varato dal Governo per avviare a soluzione l’annoso problema dei diplomati magistrali, prima inseriti nelle graduatorie ad esaurimento in forza di provvedimenti giurisdizionali e poi da queste estromessi in seguito alla sentenza a sezioni unite del Consiglio di Stato. Lo sbarramento dei due anni di servizio, come attualmente previsto, ha creato non poco dissenso nel mondo dei destinatari della disposizione.
Una seconda e diversa edizione del concorso straordinario destinato a coloro che possiedono un solo anno di servizio non scalfisce la operatività della norma di riferimento e non provoca reazioni contrarie da parte di coloro che hanno già partecipato al concorso straordinario previsto dalla legge vigente, poiché viene rispettato il loro diritto di priorità temporale nell’accesso al ruolo.