Sempre più stranieri nelle graduatorie. La supplentite non è finita, il precariato è in continuo aumento, quest’anno addirittura si parla di 170000 docenti a TD. Il decreto salva precari è saltato (almeno per il momento).
Io ed alcuni colleghi abbiamo esaminato una situazione nuova, la presenza nelle graduatorie di istituto di seconda fascia e anche nelle GM del transitorio 2018 di persone straniere che, attraverso il riconoscimento del loro titolo, prendono supplenze o addirittura il ruolo.
Riconoscimento titoli in Italia
Molto spesso i nomi letti tra i docenti presenti in seconda fascia sono di persone nate all’estero, principalmente Romania (ma anche Albania, Bielorussia, Moldavia). Curiosando un po’ su internet ci siamo imbattuti in decreti di riconoscimento dei titoli: “diploma de inginer”, “diploma universitario professionale”, ed altri tipi di diplomi e ci siamo posti qualche domanda: questi titoli sono effettivamente l’equivalente di un nostro percorso di laurea (3+2) italiano? Come questi titoli vengono riconosciuti in Italia? Il termine “diploma” piuttosto riporta alla mente una laurea triennale che in Italia non costituisce titolo d’accesso all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, tanto più che a volte i colleghi in questione, come si legge dai decreti di riconoscimento, conseguono i titoli suddetti a 21- 22 anni… tutti prodigi??
Altra cosa strana che non ci siamo fatti sfuggire è che questi nomi si ripetono in classi di concorso affini ad esempio a034 (chimica), a050 (scienze biologiche), a031 (scienze degli alimenti) , cioè a questi insegnanti è stato permesso di accedere con un’unica abilitazione a più classi di concorso, cosa che ad un insegnante italiano non è concesso (anche al tfa ci si poteva abilitare in una cdc per volta). Molti di questi decreti risalgono al 2014, 2015 eppure al concorso 2016 di questi colleghi non c’è traccia!
Concorso non selettivo
Ed eccoli invece spuntare in GM 2018 (concorso transitorio non selettivo per abilitati) a pieno titolo, talvolta con punteggi bassissimi (magari dovuti a difficoltà linguistiche benché molti di loro vantino certificazioni di competenze linguistiche italiane di livello C2!). Questo a fronte di tanti insegnanti italiani ammessi con riserva, poiché a questi, insegnanti italiani, laureati in atenei italiani, la stessa abilitazione alla professione di insegnante dei suddetti colleghi conseguita in Romania non viene riconosciuta.
Detta in breve, i titoli stranieri sono riconosciuti, sembra, con maggiore facilità rispetto a chi ha un percorso di laurea magistrale conseguito in Italia ed un percorso abilitante conseguito all’estero.
I docenti italiani continuano il loro precariato mentre quelli stranieri vengono assunti.