Il neo ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti, si è presentato al mondo della scuola con uno slogan che, di certo, non è passato inosservato: quello di trovare più soldi per la scuola. Non sottraendoli, però, ad altri settori importanti dell’economia del nostro Paese, bensì attraverso la tassazione di alcuni generi alimentari, come le bibite gassate e le merendine. Un pensiero che, se da una parte ha suscitato una certa ilarità, dall’altra non può far altro che incuriosire per la linea politica di condotta che deciderà di attuare nei prossimi mesi colui che, di fatto, è il primo ministro dell’istruzione del Movimento 5 Stelle nella storia della scuola e dell’università.
Un tema particolarmente scottante, anche alla luce della questione riguardante gli stipendi del personale scolastico. L’ex ministro Marco Bussetti promise, in tempi non sospetti, un aumento a tre cifre ma, come ben sappiamo, le promesse non si sono tramutate in fatti. Gli scenari politici sono cambiati e ci troviamo di nuovo al punto di partenza per quanto riguarda il rinnovo del contratto.
Scuola, stipendi docenti ultime notizie: neo ministro Fioramonti tira in ballo la questione degli aumenti
A questo proposito, il neo ministro Fioramonti, in occasione di una sua intervista pubblicata dal quotidiano ‘Repubblica’, ha dichiarato: ‘Credo nella scuola italiana, i suoi studenti sono ancora molto capaci e i suoi docenti eroi civili. Tutti i giorni sono chiamati a occuparsi di un sistema di una complessità intimorente. A volte non hanno la struttura adatta, sicuramente sono sottopagati. Maestri e professori devono tornare a essere persone riverite. Entro il triennio di vigenza contrattuale saranno reperite ulteriori risorse destinate al personale della scuola per allineare gradualmente gli stipendi alla media di quelli degli altri Paesi europei.’
Non è una novità, lo sappiamo, anzi lo possiamo definire come un ‘ritornello’. Servirebbero almeno 3 miliardi per riuscire ad arrivare all’aumento di 200 euro che sarebbe l’aumento minimo a favore del personale docente necessario per ridare un minimo di dignità alla busta paga ‘umiliante’ che ha visto, sin qui, ritocchi in stile ‘elemosina’.