Marco Bussetti passa la mano e lascia la poltrona di Viale Trastevere per fare ritorno al provveditorato di Milano. Nel corso di un’intervista rilasciata a Il Giorno fa il resoconto del suo operato non senza una punta di amarezza per un traguardo sfumato in zona Cesarini.
“Sono arrivato trovando una situazione complessa sotto diversi punti di vista. Con tanti problemi da affrontare a cui era necessario dare risposta, vedi i diplomati magistrali. Credo che oggi il mio successore ritroverà davanti a sé un percorso più agevole”, riferendosi Lorenzo Fioramonti al quale lascia l’eredità di riprendere in mano i provvedimenti elaborati con i sindacati per dare risposta agli oltre 53 mila docenti non abilitati della terza fascia delle graduatorie di istituto.
“Il rimpianto più grande è la non approvazione del decreto salva-precari” afferma Bussetti. L’ex ministro si riferisce all’accordo raggiunto con i sindacati lo scorso 24 aprile. Quell’intesa riuscì a scongiurare lo sciopero che era stato proclamato alla vigilia delle scorse elezioni al Parlamento Europeo. La formula Salvo Intese presupponeva un lavoro di perfezionamento che adesso sarà portato avanti dal nuovo ministro pentastellato.
Sarebbe bastato pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale per poter giungere ad una rapida conclusione. Adesso ritorna tutto in discussione anche per le diverse obiezioni che furono sollevate all’epoca in VII Commissione. Tra i provvedimenti di cui invece va più fiero ci sono: il rilancio dell’edilizia scolastica, il via libera all’assunzione di 40mila docenti di sostegno nei prossimi tre anni, il nuovo esame di maturità, le ottime relazioni create con i sindacati.