Lettera a nome di tutti gli allievi 'non statali'
Lettera a nome di tutti gli allievi 'non statali'

Continua la questione Abilitazione Romania, dopo il non riconoscimento di tale titolo abilitante preso all’estero da parte del Ministero dell’istruzione italiano, gli interessati non si arrendono e vogliono andare fino in fondo alla questione, con l’obiettivo di farsi riconoscere come docenti abilitati anche nel nostro Stato. Qui di seguito proponiamo la lettera da parte del lettore Rocco Salvato, padre di un’aspirante docente, diretta al ministro Fioramonti.

Abilitazione Romania: lettera di un aspirante docente

 

On.le Prof. Lorenzo Fioramonti
in riferimento alla Sua convocazione del tavolo di confronto con i sindacati, condivisibile per i molteplici argomenti, tutti e dieci di grande oggettività, con la presente desidero però farle pervenire una breve nota per evidenziare un problema molto serio che ritengo sia stato trascurato (volutamente?).
Solo per trasparenza e responsabilità voglio presentarmi, dichiarando che mi chiamo Rocco
Salvato ed ho domicilio nella provincia di Napoli, sono padre di un’aspirante docente, che pur avendo fatto una brillante carriera universitaria, pur avendo faticosamente acquisito ulteriori titoli per abilitarsi all’insegnamento, pur avendo partecipato ad un concorso regolarmente bandito e messo in atto (2018), pur essendo stata inserita nelle relative graduatorie successivamente pubblicate dall’USR regionale, si è vista “fatta fuori” sul filo di lana per il solo fatto di essersi abilitata in una nazione della UE alla quale il ns Miur, nella persona del suo massimo responsabile politico appena “trapassato”, per tramite dei suoi colpevoli dirigenti e con la complicità di tutte le sigle sindacali che con il
suddetto ministro hanno dimostrato estrema compiacenza, ha dichiarato un incomprensibile ostracismo, attuato a colpi di circolari e provvedimenti chiaramente pretestuosi e vessatori. Tale situazione riguarda centinaia di altri giovani.
Tanto premesso, passo immediatamente all’esposizione sintetica dell’argomento in oggetto:
 nel 2016, nella convinzione (giusta!) che non ci sarebbe mai stato alcun TFA o altra
modalità di abilitazione -contrariamente a quanto i vari ministri dell’epoca si affannavano
invece continuamente a dichiarare- mia figlia decise di sottoporsi alla fatica ed ai pericoli di un percorso all’estero (ROMANIA) per acquisire l’unico titolo che consentiva una
qualche possibilità di insegnamento e di eventuale inserimento nei ruoli della scuola.
N.B. La scelta fu consapevolmente fatta sulla base che, a suo tempo, sempre il Miur
aveva pubblicizzato e manifestato ostracismo per i percorsi abilitanti in terra di Spagna.
 nel 2017 mia figlia ha regolarmente espletato e completato il percorso di abilitazione per entrambi i livelli dell’istruzione secondaria. Successivamente e ad esito del suddetto iter ha presentato domanda di riconoscimento al Miur.
 nel 2018, poiché consentito dal regolamento del bando di concorso, ha partecipato alle
selezioni, le ha superate ed è stata inserita nelle graduatorie successivamente emanate.
 nel 2019, prima con circolare chiaramente surrettizia, poi con comunicazione individuale,
mia figlia è stata esclusa dalla graduatoria, immediatamente alla vigilia dello scorrimento
della stessa.
N.B. Beffa delle beffe, dopo i tanti dinieghi degli anni precedenti, gli abilitati in Spagna
sono stati regolarmente immessi in ruolo!
COSA NE PENSA IL NUOVO MINISTRO?
Mi sembra assurdo che, con una tale penuria di docenti, tutti siano candidabili tranne giovani che hanno investito tempo e soldi ed hanno l’unica colpa di avere titoli rumeni. Infatti è proprio la parola Romania a dare fastidio a tanti che invece, per un ordine di importanza costruito non si capisce su quale base, considerano questa nazione di serie B.
Nel momento in cui Le scrivo, mia figlia e tutti gli altri, sono in penosa attesa di sentenze dal TAR LAZIO per avere un minimo di giustizia. Ringraziando del cortese riscontro, vogliate gradire i miei migliori saluti
Rocco Salvato