Comunicato Movimento nazionale docenti specializzati e specializzandi sul sostegno
Comunicato Movimento nazionale docenti specializzati e specializzandi sul sostegno

Ultime notizie Scuola 13 settembre 2019 – Quello che sta succedendo in Veneto a proposito della carenza del personale specializzato sul sostegno è assolutamente increscioso oltre che incredibile. Mai si è arrivati sino a tanto. Gli alunni disabili sono stati rimandati a casa o è stato loro consigliato dalle scuole di rimanerci, il tutto per la mancanza dei docenti specializzati.  A denunciare queste indecenti circostanze è stata Elena Donazzan, Assessore regionale alla Pubblica Istruzione della regione Veneto.

La denuncia dell’Assessore alla P.I. del Veneto Donazzan: “Inaccettabile e scandaloso, gli alunni disabili sono rimandati a casa per mancanza di insegnanti specializzati”

L’Assessore Donazzan ha semplicemente denunciato uno stato di malessere in cui versa da molto tempo la scuola pubblica italiana e in particolare quella del territorio che ha l’onore oltre che l’onere di amministrare. L’esponente politica, inoltre, si è fatta portavoce delle preoccupazioni di molte famiglie e di molte istituzioni scolastiche venete, in relazione alla cronica situazione che si sta vivendo a proposito della mancanza di formatori competenti, titolati e specializzati sul sostegno. Insomma, una preoccupazione che avrebbero tutti quei genitori i quali assistono ogni giorno alla negazione del diritto allo studio e all’inclusione da parte dei loro figli, così come sancito peraltro dalla Costituzione italiana.

Purtroppo, il fenomeno non è circoscritto solo in queste zone d’Italia – così come sottolinea il sindacato ANief – ma i numeri che emergono fanno capire inesorabilmente dove questo fenomeno si concentra maggiormente. Le regioni settentrionali del nostro Paese sono letteralmente sfornite di insegnanti di sostegno e le criticità presenti in tutto il territorio nazionali diventano insormontabili quando i numeri sono assolutamente incontrollabili.

Secondo alcune stime, condotte in questi giorni dai principali sindacati, i posti in deroga che riguardano il personale docente sul sostegno ammonterebbero in tutta Italia a circa 60 mila. A questo numero dovremmo aggiungere poi altri 15 mila posti in organico di diritto, non assegnati inspiegabilmente dalla politica, sempre più sorda e insensibile rispetto alle reali necessità contingenti di molte scuole sparse in tutto il territorio nazionale.

Le maggiori responsabilità rispetto alla situazione venutasi a creare sono ascrivibili certamente all’ex ministro Bussetti, il quale in barba alle reali necessità della scuola che oggi sono sotto gli occhi di tutti, ha puntato la sua azione politica sul numero chiuso dei corsi Tfa sul sostegno. Non solo non ha immesso in ruolo gli insegnanti già specializzati che ne avevano pienamente diritto, ma ha anche impedito, con la costituzione del numero chiuso, l’accesso a coloro i quali avrebbero potuto specializzarsi, in vista delle reali esigenze di cui la scuola oggi necessita. Sarebbe bastato non fissare un numero chiuso o trasformare in organico di diritto i posti in deroga.

Uno scandalo negare il diritto allo studio dell’alunno disabile: il grido di allarme dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della regione Veneto viene rilanciato dal Presidente nazionale del sindacato Anief

Ecco, a tal proposito, le precisazioni di Marcello Pacifico su quanto sta accadendo in Veneto e in altre regioni d’Italia: “La venalità dello Stato con l’inizio dell’anno si traduce in disservizio. Che va oltre la mancata continuità didattica: qui è in ballo il diritto allo studio degli alunni. Perché questo avviene quando in casi estremi, oggi purtroppo sempre meno rari, vengono addirittura invitati a non venire a scuola. Eppure, per accogliere uno studente con disabilità in classe c’è tutto un iter da affrontare: si parte da una diagnosi, realizzata da un pool di specialisti delle strutture mediche pubbliche; si passa poi all’inquadramento previsto dalla Legge 104/92; si realizza quindi una diagnosi funzionale ed una programmazione educativa individualizzata. Anche con l’apporto delle famiglie, come stabilito con l’ultima riforma approdata a fine agosto in Gazzetta Ufficiale. Dopo che ciò è stato portato a termine, però, tutto viene vanificato perché manca uno dei due ‘attori’ principali: il docente di sostegno. E così anche l’altro, l’attore ‘protagonista’, l’alunno con disabilità, nemmeno si accoglie: si manda direttamente a casa”.