Scuola, precariato e assunzioni docenti 2019/20 ultime notizie: il disastro è servito

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Anno scolastico 2019/2020, il disastro è servito. Su poco più di 53mila posti autorizzati per le assunzioni dei nuovi insegnanti, quasi 32mila cattedre non sono state assegnate: stiamo parlando del 65 per cento dei posti in ruolo, una vera e propria catastrofe organizzativa. Il sindacato Anief ha pubblicato una tabella riassuntiva dei dati riguardanti le immissioni in ruolo e le supplenze degli ultimi anni: da questa tabella si evince che quest’anno si toccheranno livelli record di supplenze, nell’ordine dei 211mila contratti a tempo determinato.

Immissioni in ruolo anno scolastico 2019/2020 e supplenze: il disastro preannunciato

Rispetto all’anno scolastico 2016/2017, le supplenze sono quasi raddoppiate. Negli ultimi 4 anni, lo Stato non è riuscito a trovare circa un insegnante su due da immettere in ruolo nonostante qualcosa come 500mila aspiranti docenti. Nonostante concorsi ordinari e straordinari, la situazione riguardante la ‘supplentite’ non solo non è migliorata ma sta sensibilmente peggiorando.
Il presidente di AniefMarcello Pacifico, indica le possibili strade da intraprendere per migliorare la situazione: ‘In primo luogo, aprire le graduatorie ad esaurimento ogni anno al personale abilitato con corsi abilitanti ordinari; laddove esaurite, estendere il doppio canale di reclutamento al personale inserito nelle graduatorie di istituto. Assumere su scala nazionale dalle graduatorie di merito dei concorsi ordinari e straordinari con un piano di mobilità che consenta subito il rientro nella regione di titolarità. Riaprire il vecchio concorso ai laureati con prove suppletive. Confermare nei ruoli – prosegue Pacifico – chi ha superato l’anno di prova riconoscendo infine il valore abilitante anche del vecchio diploma magistrale e di quello Afam o in possesso degli ITP. La proposta dell’Anief, contenuta in un decreto salva scuola alternativo a quelli ufficialmente condotti sino ad oggi, contiene tutte queste proposte, imprescindibili per attuare il totale assorbimento del precariato. Un obiettivo mai centrato da nessun governo, cui ha fatto però ora riferimento il premier Giuseppe Conte parlando ai parlamentari, assieme alla cancellazione delle classi pollaio e all’allargamento del tempo pieno. Tutti obiettivi decisamente nobili, che se perseguiti e ottenuti porterebbero verso quella svolta da tempo attesa’ conclude Pacifico.

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