Un inizio di anno scolastico 2019/2020 particolarmente problematico, soprattutto per l’ormai cronica mancanza di personale docente e l’aumento dei contratti a tempo determinato, dove si è costretti a ricorrere con sempre maggior frequenza alle Mad (Messa a disposizione).
Ne ha parlato il segretario provinciale della Uil Scuola Forlì, Maurizio Casadei, che ha sottolineato la ‘scarsa attenzione’ per l’istruzione, giustificata dal fatto che solamente l’1,9 per cento del Prodotto Interno Lordo è destinato al settore, una percentuale ben al di sotto della media dei Paesi europei.
Cattive condizioni di lavoro per docenti e personale ATA
Casadei ha parlato di formazione degli insegnanti e del personale Ata, di condizioni lavorative sostenibili, di applicazione dei contratti collettivi di lavoro e di diverso approccio della dirigenza scolastica nei confronti degli operatori e nel rapporto con allievi e famiglie, precisando il fatto che si tratta di temi che soffrono di criticità che, se non superate, portano a cattive condizioni di lavoro per il personale occupato.
Il dilagante ‘mal di scuola’
‘Sempre più spesso assistiamo a vere e proprie violenze psicologiche fatte nei confronti del personale scolastico – ha dichiarato l’esponente della Uil Scuola – dove il dirigismo impera e spesso anche la voluta ignoranza sulle norme di legge in materia che regolano il rapporto di lavoro e la mancata applicazione dei disposti contrattuali in materia di orari, gestione del personale, godimento ferie e permessi, ripartizione dei carichi di lavoro, creano difficili condizioni organizzative all’interno dei plessi: solo il senso di responsabilità del personale Ata e dei docenti limita gli effetti negativi sugli alunni’.
Casadei ha sottolineato come il rinnovo contrattuale sia in alto mare e come ‘il mal di scuola’ stia facendo strage fra il personale docente e Ata. Sono in aumento le malattie provocate dallo stress, (il “burn out“). Chi ha usufruito di Quota 100 oppure dell’altra misura di anticipo pensionistico Opzione Donna lo ha fatto perché era arrivato al limite della sopportazione.