Il decreto salvaprecari è atteso sul tavolo del Consiglio dei Ministri per la prossima settimana. Si è parlato molto, nei giorni scorsi, delle possibili modifiche da apportare al testo legislativo che venne approvato, ‘salvo intese’, lo scorso 7 agosto ma che poi non vide mai la luce a causa della caduta di governo. Furono proprio le riserve avanzate dal Movimento 5 Stelle a ‘stoppare’ l’iter procedurale del decreto, riserve che riguardavano non solo il concorso straordinario ma anche la procedura per i PAS.
Decreto salvaprecari la prossima settimana al CdM: le possibili soluzioni
Come riportato da un articolo pubblicato dal quotidiano economico ‘Italia Oggi’ (edizione di martedì 24 settembre), tra le possibili soluzioni allo studio ci sarebbe l’accantonamento nel concorso ordinario di una quota di posti riservati ai precari triennalisti. La riserva, secondo l’orientamento legislativo dettato dalla Corte Costituzionale, potrebbe arrivare fino al 50 per cento dei posti banditi. Inoltre, si starebbe pensando anche ad una valorizzazione del punteggio di servizio. ‘Italia Oggi’, però, sottolinea come Governo e sindacati non siano ancora riusciti a trovare un’intesa su questo punto: un’ipotesi avvalorata dalle recenti dichiarazioni del sottosegretario De Cristofaro che, in un’intervista a ‘Orizzonte Scuola’, ha sottolineato come serva uno sforzo ‘di sintesi e responsabilità tra tutte le parti coinvolte, che salvaguardi due princìpi’ basilari come merito e riconoscimento del servizio prestato.
Decreto salvaprecari, il nodo da sciogliere è quello delle modalità di reclutamento
Occorre tenere presente anche la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia in relazione all’abuso dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.
Se il ministro Fioramonti ha confermato la scorsa settimana (nella trasmissione ‘A porta a porta’), l’intenzione del governo di assumere 24mila precari nel prossimo concorso, il nodo da sciogliere è proprio quello relativo alle modalità di reclutamento.
Occorre trovare una soluzione rapida ma soprattutto equa, per evitare discriminazioni tra le varie categorie di docenti.