Continuano a moltiplicarsi le procedure avviate dall’Unione Europea contro l’Italia in ragione della mancanza di applicazione delle leggi e delle direttive imposte dall’UE: nel 2019 sono addirittura aumentate del 40%, raggiungendo quota 79, 71 delle quali per violazione del diritto Ue e 8 per mancato recepimento delle direttive. Le procedure cominciano a pesare non poco sulle casse del nostro Paese che, indubbiamente, sono già scarsamente ‘rifornite’: l’esborso complessivo, sinora, è stato di oltre 300 milioni di euro.
Procedure UE contro l’Italia: danno all’erario altissimo
Come riportato da una nota pubblicata dall’Anief, il professore universitario Daniela Corona, docente di Diritto dell’UE alla Luiss di Roma, ha commentato duramente questi dati: ‘Sono tutti soldi buttati, nel nostro Paese c’è una situazione incancrenita. Il messaggio per l’attuale governo è che bisogna studiare e fare i compiti’.
Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha espresso la propria opinione in relazione ai problemi legati al mondo scolastico: ‘Il danno all’erario che stanno producendo i nostri governanti è altissimo – commenta Pacifico – ma quello che fa più rabbia è il fatto che quasi sempre si tratta di procedure ampiamente annunciate e sottovalutate. Come quella che si sta consumando per l’abuso di precariato nella scuola, per docenti e Ata che rimangono supplenti ben oltre la soglia dei 36 mesi indicata proprio da Bruxelles, che dopo le avvisaglie delle passate settimane, è molto probabile che si concretizzerà in un’altra salatissima procedura d’infrazione: un’altra bella fetta di soldi pubblici sprecati, per colpa delle inadempienze di chi non ci ha voluto ascoltare, continuando ad considerare i precari come se fossero dei lavoratori ‘usa e getta’ su cui fare cassa.
Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha espresso la propria opinione in relazione ai problemi legati al mondo scolastico: ‘Il danno all’erario che stanno producendo i nostri governanti è altissimo – commenta Pacifico – ma quello che fa più rabbia è il fatto che quasi sempre si tratta di procedure ampiamente annunciate e sottovalutate. Come quella che si sta consumando per l’abuso di precariato nella scuola, per docenti e Ata che rimangono supplenti ben oltre la soglia dei 36 mesi indicata proprio da Bruxelles, che dopo le avvisaglie delle passate settimane, è molto probabile che si concretizzerà in un’altra salatissima procedura d’infrazione: un’altra bella fetta di soldi pubblici sprecati, per colpa delle inadempienze di chi non ci ha voluto ascoltare, continuando ad considerare i precari come se fossero dei lavoratori ‘usa e getta’ su cui fare cassa.
Una multa superiore alla spesa che si sarebbe sostenuta se docenti e Ata fossero stati assunti
‘La Commissione, qualche settimana fa, ha invitato le autorità italiane a conformarsi pienamente alle pertinenti norme dell’UE. Spetta ora all’Italia replicare alle argomentazioni formulate dalla Commissione: subito dopo – prosegue Pacifico – , forse già entro il 2019, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato. E se, come sembra molto probabile, si tratterà di una condanna, a quel punto i nostri governanti avranno raggiunto un piccolo record: quello di dovere pagare all’Unione europea una multa di diversi milioni di euro, sicuramente superiore alle quote che si sarebbero spese se solo si fossero immessi in ruolo, visto anche che i posti per accoglierli ci sono ampiamente, i tanti precari, docenti e Ata, che ancora ad oggi risultano precari ed in molti casi addirittura disoccupati o costretti ad accettare supplenze brevi – conclude il presidente Anief – anche di un solo giorno’.