La proposta di utilizzare le risorse del bonus docenti (200 mln di euro stanziati dalla legge 107/2015) per aumentare gli stipendi degli insegnanti, è davvero così valida? Alla luce degli ultimi dati OCSE, in realtà, risulta inadeguata e quasi ingannevole. Perché viene definita dalla FLC CGIL ingannevole?
Bonus nello stipendio: proposta ingannevole?
La proposta di inserire i fondi del bonus docenti nell’aumento degli stipendi degli insegnanti, viene definita ingannevole perché ‘le risorse del bonus sono di fatto già nella disponibilità dei docenti’. Un quarto dei 200 milioni disponibili, sono stati ripartiti a tutti i docenti della scuola quando c’è stato il rinnovo del Ccnl nel 2018. La restante parte delle risorse, viene assegnata ogni anno al personale mediante contrattazione tra dirigente scolastico ed RSU.
Dividere il bonus fra tutti
La proposta di distribuire nello stipendio di tutti i docenti questa parte restante di bonus, è sicuramente una proposta condivisibile e auspicabile. Ma non bisogna utilizzare questa risorsa per concorrere a determinare l’aumento a tre cifre di cui parla il ministro Fioramonti. Proprio perché questa risorsa, è già a disposizione del personale docente e non comporta nessun incremento di risorse.
Inoltre, una volta distribuito fra tutti, l’importo avrebbe nella singola busta paga una rilevanza molto relativa: parliamo di neanche 10 euro al mese per ciascuno. E’ chiaro che le risorse vanno cercate altrove.