Decreto scuola e precariato ultime notizie: ‘Non è quello che i precari in servizio si aspettavano’

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La deputata del Movimento 5 Stelle, Flora Frate, ha pubblicato un post su Facebook nel quale ha commentato l’esito dell’accordo tra Miur e sindacati per il cosiddetto Decreto scuola. L’esponente grillina, pur constatando il buon esito della trattativa, sottolinea come l’intesa non abbia pacificato la categoria dei docenti e neppure quella dei vari sindacati. Flora Frate esprime la propria soddisfazione per il concorso straordinario, del quale si era fatta paladina, anche se la mancanza di un contestuale percorso abilitante viene giudicata come una ‘scelta inappropriata e non condivisibile’. La deputata menziona diverse categorie di docenti, come i diplomati magistrale o gli ‘ingabbiati’, che sono rimasti esclusi dall’accordo, un accordo che non può essere quello che i precari in servizio si aspettavano.

Flora Frate: ‘L’intesa non ha pacificato la categoria’

‘Il buon esito di una trattativa, in sede di concertazione – scrive Flora Frate – va sempre accolto positivamente. I sindacati hanno fatto un lavoro intenso così come va dato atto al Ministro Fioramonti, e ai suoi tecnici, di aver lavorato con dedizione e tenacia, senza mai pregiudicare il confronto.
Devo constatare tuttavia che questa intesa non ha pacificato la categoria, nè internamente agli stessi sindacati nè tra i docenti. Da giorni mi stanno arrivando messaggi, in pubblico e in privato, di allarme, preoccupazione, sconcerto.’

‘Non è quello che i precari in servizio si aspettavano’

‘Non mi interessa, nè compete, mettere in discussione la trattativa – aggiunge la deputata grillina – Non ero io a quel tavolo, a ciascuno il proprio ruolo e le relative responsabilità. Ma è evidente che anche il miglior accordo possibile – come in questo caso, perché tutto in salita e ricco di ostacoli – non equivale ad un buon accordo sul piano politico, dove persistono contraddizioni palesi e vicende irrisolte.
Certo, la previsione del concorso straordinario la considero una battaglia vinta essendo stata l’unica a sostenerne, sempre e convintamente, la necessità. Tuttavia, la mancanza di un contestuale percorso abilitante, in costanza di Decreto, rappresenta una scelta inappropriata e non condivisibile. A maggior ragione se il concorso è pensato come una procedura iperselettiva, che nulla c’entra col merito, che non valorizza affatto l’esperienza maturata sul campo anzi la sussume, per non dire mortifica, in una combinazione fortunosa di crocette.
Non è quello che i precari con servizio si aspettavano e non dirlo sarebbe un grave atto di disonestà politica ed intellettuale.’

‘Adesso la parola passi al Parlamento’

‘Senza trascurare poi le altre categorie quali diplomati #magistrali, i docenti della #paritaria, del #sostegno senza abilitazione, gli #Ingabbiati, i precari di #religione. Grandi questioni rimaste inevase.
sindacati e il Governo – prosegue Flora Frate – hanno fatto la loro parte, adesso la parola passi al Parlamento. Auspico un confronto largo, laico e trasversale tra le forze politiche perché in sede di conversione bisognerà fare un enorme lavoro emendativo per tenere dentro tutte quelle questioni che, allo stato attuale, sono escluse.
Sono ancora qui a metterci la faccia, a dare il mio contributo, a dire quello che penso fermamente convinta che in politica prima di tutto venga la coerenza. Come ho sempre detto, tutti noi saremo giudicati a fine corsa. Ed io, a quel traguardo, voglio arrivarci a testa alta.’

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