Toccafondi (Italia Viva): no concorsi salvaprecari, assumiamo solo i docenti più preparati e più motivati

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I concorsi salvaprecari, come quello che si appresta a fare il nuovo governo, sono una cattiva idea. Ne è convinto Gabriele Toccafondi di Italia Viva. Il concetto espresso è quello che in questo modo si frenano le legittime aspettative dei neolaureati. Si tratta di una convinzione che riporta direttamente al concetto di sanatoria. Toccafondi si inserisce nella stessa corrente di pensiero già espressa da Fusacchia, membro della VII Commissione Cultura. In questo modo vengono ingenerate false aspettative di assunzione alle quali non è possibile dare seguito.

Eccezione

L’idea di fondo è quella di un ritorno al passato, all’epoca in cui cioè il concorso ordinario era abilitante. Questo perché è ritenuto l’unico mezzo idoneo a valorizzare il merito. I docenti più giovani sono freschi di studi. Chi vince il concorso è qualcuno che è veramente preparato. Questa teoria è molto condivisa all’interno del Parlamento. Già ai tempi di Bussetti si erano verificate delle frizioni all’interno della VII Commissione Cultura. Tuttavia esiste una situazione di concreta emergenza che può giustificare misure transitorie.

La conditio sine qua non

Tuttavia, secondo Toccafondi, è possibile derogare in considerazione dell’emergenza in cui si trova la scuola per l’elevato numero di supplenze che ogni anno vengono assegnate ai docenti precari. E’ possibile decidere di fare un concorso riservato, purché parta simultaneamente a quello ordinario. Inoltre è necessario che si tenga conto esclusivamente delle discipline e delle regioni in cui c’è carenza di organico. “I migliori, i più motivati, i più preparati” questo l’auspicio di Toccafondi per la prossima tornata di immissioni in ruolo, se dei due concorsi attesi, almeno lo straordinario sarà concluso in tempo per il 1° settembre 2020.

Il post su fb

Risale allo scorso 27 Settembre ciò che scriveva sulla sua bacheca il parlamentare di Italia Viva. “Ci auguriamo che sia archiviata l’era delle sanatorie e che ci si limiti a garantire a chi ha tre anni di servizio ciò che è giusto, ovvero un concorso riservato, ma selettivo. Ci auguriamo che non si abilitino decine di migliaia di docenti a prescindere dalle reali esigenze della scuola perché questa sarebbe solo l’anticamera per nuove sanatorie nei prossimi anni. Ci auguriamo che sia bandito in contemporanea anche un concorso ordinario in modo da dare possibilità anche ai laureati più giovani che vogliono insegnare e che venga riservato loro la maggior parte dei posti. Ci auguriamo che i posti dei concorsi, incluso il riservato, siano assegnati esclusivamente alle materie e alle province per le quali c’è carenza di organico di ruolo”. “Ricordiamoci sempre – conclude l’ex sottosgretario al Miur – che la scuola è fatta per gli studenti, per questo deve puntare al meglio che spesso e volentieri fa rima con selezione, valutazione, merito e qualità”.

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