Con la collega Enza Ganci (componente del direttivo di Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento) facevamo qualche riflessione in questi giorni che abbiamo ritenuto opportuno rendere pubblica.
Mancano docenti di sostegno e quelli formati non si assumono
L’anno scolastico è già partito; le attività didattiche sono riprese dopo il periodo estivo e bambini, docenti e personale si sono ritrovati nelle aule per affrontare un nuovo anno ricco di esperienze formative.
Come ogni anno, però, non possiamo fare a meno di pensare a coloro che, nonostante le misure del caso, non hanno avuto la possibilità di iniziare il nuovo anno nel migliore dei modi, cioè degli alunni ai quali spetta il sostegno didattico. Tante sono le storie di genitori che, pur di non vedere i propri figli abbandonati al caso, hanno preferito adottare soluzioni drastiche, decidendo di non portare a scuola bambini o adolescenti in questo primo periodo.
La situazione inerente al sostegno didattico in Italia in tutti gli ordini di scuola, non è delle più felici poiché mancano docenti specializzati ed in grado di supportare l’alunno con disabilità.
Continuità didattica compromessa
Nella maggior parte dei casi, gli alunni vengono affidati a docenti non specializzati e ciò non fa altro che compromettere il loro percorso formativo, in altri casi non viene rispettata la continuità didattica a causa del precariato che caratterizza il mondo della scuola; non sempre il docente che per un anno ha seguito l’alunno ha la possibilità di essere presente l’anno successivo.
La domanda è? Esistono docenti che con passione e dedizione decidono di optare per l’insegnamento sul sostegno? La risposta è sì!
Percorsi di formazione sono vero e proprio concorso
Nell’anno 2019 sono stati tanti i docenti che hanno deciso di frequentare il “Corso per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico per la scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria” (comunemente chiamato TFA) e di affrontare un percorso caratterizzato dal superamento di una prova preselettiva, una prova scritta, una prova orale, 13 esami e 300 ore di tirocinio presso i principali Atenei italiani, oltre a pagarne il costo a proprie spese di circa 3000/4000 Euro.
Docenti che, dopo il conseguimento della specializzazione, entro fine Marzo, saranno pronti a mettere in campo le proprie conoscenze, competenze, la propria passione per garantire il diritto allo studio degli alunni che necessitano di maggiore supporto e maggiori tutele. Docenti che, nonostante un percorso caratterizzato da lezioni, laboratori, prove d’esame, tirocini saranno condannati alla precarietà, in attesa di concorsi che vengono perennemente annunciati ma mai svolti.
In questi giorni è stata avanzata una proposta che darebbe la possibilità di rimediare a questa nota dolente del sistema scolastico Italiano, ovvero si parla dell’assunzione dei docenti specializzati attraverso un canale dedicato o una graduatoria, dalla quale attingere per le immissioni in ruolo senza attendere il concorso, in quanto lo stesso TFA sostegno è a tutti gli effetti una procedura concorsuale caratterizzata dagli elementi già citati.
Garantire il diritto allo studio a tutti, combattere la precarietà, valorizzare personale altamente formato dovrebbero essere punti che la politica italiana dovrebbe tenere in considerazione per promuovere una scuola di qualità.