Concorsi scuola ultime notizie, Fioramonti: 'Sono 20 anni che il governo e lo Stato prendono in giro'

Il ministro dell’istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha pubblicato un messaggio su Facebook attraverso il quale accoglie con favore la decisione di introdurre la Sugar Tax nella legge di bilancio. Tuttavia, occorrono risorse aggiuntive per la scuola, altrimenti le ‘bibite zuccherate rischiano di lasciarci l’amaro in bocca’. Ecco il testo del messaggio del ministro.

Sugar Tax in legge di bilancio: il ministro Fioramonti non si vuole fermare qui

‘Fermi tutti! – esordisce il ministro Fioramonti – Ho appreso con piacere della decisione di introdurre la Sugar Tax in Legge di Bilancio. Come sapete, si tratta di una proposta avanzata da me già un anno fa e presentata più volte nel corso di quest’anno. È uno strumento che esiste in molte economie avanzate e che ha il beneficio di creare gettito, ridurre le tasse su altri settori ed indirizzare i consumi in modo responsabile e sostenibile. Peccato che, in questi mesi, la proposta sia stata ridicolizzata nel dibattito pubblico, falsando il merito di un intervento che invece può essere molto utile in un Paese in cui l’obesità infantile e le malattie del metabolismo sono in crescita, gravando sul nostro sistema sanitario. Ma forse è così che accade in Italia per le innovazioni.
Spero che i fondi recuperati dalla Sugar Tax vadano alla scuola, all’università e alla ricerca. Sarebbe un primo passo, ma serve maggiore coraggio. Un giorno in più senza un piano di investimenti coraggioso è un giorno perso per il futuro. È un giorno senza retribuzioni adeguate per gli insegnanti, senza sostegno per centinaia di migliaia di bambini con disabilità, senza fondi per limitare la fuga all’estero di tanti giovani che abbiamo formato in Italia e poi regaliamo ai paesi che ci fanno concorrenza a livello internazionale.

Fioramonti: ‘È necessario uno sforzo corale’

‘In Italia, – prosegue il ministro – abbiamo un livello di analfabetismo funzionale e povertà educativa preoccupante, i docenti meno pagati d’Europa e molti meno laureati delle altre economie avanzate. La scuola è chiamata ad essere argine al degrado e strumento di emancipazione, ma senza quegli investimenti che, in altri paesi, permettono anche ai meno fortunati di costruirsi un futuro migliore.
Siamo ancora in tempo per trovare risorse aggiuntive, anche discutendo – in modo sereno e razionale – della possibilità di una rimodulazione di interventi fiscali intelligenti, che abbiano effetti redistributivi e di gettito. Ovviamente non spetta a me indicare come trovare i fondi, ma è mio dovere come Ministro dell’Istruzione ricordare a tutti quanto sia importante la scuola, l’università e la ricerca per realizzare quell’idea di Paese che abbiamo abbandonato nel cassetto per troppi decenni, e che le nuove generazioni meritano più di noi.
È necessario uno sforzo corale per uscire dalle secche di un presente stagnante, altrimenti sarà la mancanza di coraggio delle nostre azioni e non una tassa sulle bibite zuccherate a lasciarci con l’amaro in bocca.’