Scuola, diplomati magistrale al ministro Azzolina: 'Momento storico, ridateci il lavoro'

Il Ministero dell’istruzione e i sindacati maggiori sono riusciti a trovare un accordo in merito alla situazione dei diplomati magistrale che, almeno per quest’anno, potranno continuare ad insegnare. L’intesa, però, non convince affatto Anief che parla espressamente di ‘accordo per prendere tempo’ e che non risolve affatto il problema.

Diplomati magistrale, accordo Miur-sindacati solo per prendere tempo

Secondo il giovane sindacato, infatti, l’accordo sottoscritto da Miur e sindacati rappresenta soltanto un generico impegno assunto dall’amministrazione centrale ‘ad individuare, in tempi brevi, l’idoneo vincolo normativo per consentire l’estensione dei contratti che andrebbero sciolti al 30 giugno 2020’, allo scopo di garantire ‘la continuità didattica dopo l’applicazione delle sentenze di merito negative e il depennamento dalle graduatorie ad esaurimento‘ degli oltre 40 mila insegnanti che hanno ottenuto il diploma prima del 2002. Secondo quanto previsto dall’intesa, verranno salvaguardati i diritti dei docenti utilmente collocati, per l’anno scolastico in corso per l’immissione in ruolo, ovvero quei docenti che sarebbero stati immessi in ruolo se non ci fosse stata l’assunzione con riserva del collega.
Anief non comprende perché si continui ostinatamente a siglare accordi che servono solamente a prendere tempo ma che, in buona sostanza, non rappresentano una soluzione al problema.

Anief: ‘Dal tavolo ci aspettavamo una soluzione per i diplomati magistrale’

Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, sottolinea come sia evidente che, in ballo, ci siano interessi di altri maestri, ‘a cominciare dai laureati in Scienze della formazione primaria, ma questo non significa che per i diplomati magistrale si debba profilare l’ennesimo rimando a data da destinarsi. La questione è nota e delineata – prosegue Pacifico – Va benissimo, ci mancherebbe, mettere al sicuro la continuità didattica e quindi il regolare svolgimento dell’anno scolastico iniziato da poco più di un mese nelle scuole d’infanzia e primaria. Dal tavolo di confronto, però, – sottolinea il presidente Anief – ci aspettavamo una soluzione, una norma, che avrebbe permesso agli oltre 7 mila maestri già immessi in ruolo, con tanto di anno di ruolo superato, di non subire l’onta del licenziamento. Con tanto di collocazione in seconda fascia d’Istituto e, allo stato attuale, senza alcuna possibilità di potere essere rinominati per le assunzioni a tempo indeterminato”, conclude il sindacalista autonomo.’