Si continua a discutere dei contenuti del decreto salvaprecari, attualmente all’esame del Parlamento. Un decreto che doveva servire a dare un segnale importante contro la supplentite ma che, in realtà, rischia di creare nuove ingiustizie, con tanto di ‘esclusioni eccellenti’.
Decreto salvaprecari, infuriano le polemiche
Ricapitoliamo, qui sotto, i 15 motivi indicati da Anief:
- l’esclusione dell’anno in corso dalla valutazione del servizio prestato all’interno dei 36 mesi
- l’esclusione della valutazione del servizio prestato prima degli ultimo otto anni
- l’esclusione del personale che ha prestato 24 mesi (180 gg. per due anni) di servizio
- l’esclusione del servizio prestato presso la scuola paritaria
- l’esclusione del servizio prestato presso i corsi Istruzione e Formazione professionale regionali
- l’esclusione dei docenti ITP senza titolo di laurea
- l’esclusione dalla graduatoria finale di tutti gli idonei collocati dopo la 24millesima posizione
- l’esclusione dei docenti di religione
- l’esclusione degli educatori
- l’esclusione dei docenti dell’infanzia e della primaria
- l’esclusione dei docenti che hanno prestato servizio su sostegno senza specializzazione
- l’esclusione della possibilità di presentare domanda sia per i posti di sostegno che su classe di concorso
- l’esclusione dalla stabilizzazione dei collaboratori scolastici
- l’esclusione dalla stabilizzazione dei ricercatori universitari
- il mancato rimborso della quota universitaria pagata per il conseguimento dei 24 CFU per tutto il personale di ruolo.
Anief ritiene che il servizio di 180 giorni all’anno per due anni sia sufficiente
Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ai microfoni di ‘Orizzonte scuola’, ha sottolineato come la supplentita sia ancora più sentita nella scuola dell’infanzia e nella primaria. Anief si chiede che senso possa avere bandire un concorso per le scuole superiori e non fare la stessa cosa per i docenti diplomati magistrali, per gli educatori e per i laureati SFP.
Il decreto prevede che il concorso straordinario sia riservato ai docenti che abbiano almeno 3 anni di anzianità pregressa nella scuola secondaria statale. Anief contesta questa normativa in quanto il Decreto Dignità in Italia ha rimodulato il decreto legislativo che applica in Italia la Direttiva comunitaria sul precariato, limitando a 24 mesi, dunque due anni e non tre, il servizio a tempo determinato. ‘Noi riteniamo che il servizio di 180 giorni all’anno per due anni sia sufficiente’, ha dichiarato Marcello Pacifico.