C’è maretta nel governo dopo le dichiarazioni di Conte e Di Maio. La scuola vive con apprensione questa fase calda che vede ogni giorno litigare i maggiori rappresentanti politici. I docenti precari temono il governo possa cadere da un momento all’altro. Tutto quanto è stato faticosamente costruito dallo scorso mese di maggio potrebbe miseramente naufragare e presto potrebbero esserci nuove elezioni, come da mesi spera il centro-destra.
I botta e risposta
“I toni ‘o si fa così o si va a casa’ fanno del male al Paese, fanno del male al governo: in politica si ascolta la prima forza politica che è il M5s, perché se va a casa il M5s è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo”. Luigi Di Maio arriva a Matera per Expo 2020 e risponde subito alle dichiarazioni rilasciate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Italiani non sono coglioni, sennò rivolta
Tra i due contendenti si inserisce il segretario del PD Zingaretti con questa affermazione colorita. “Non fa solo effetto, fa male, noi saremo molto responsabili e diciamo agli alleati che si può andare avanti ma nessuno ricominci a mettere bandierine su identità, perché gli italiani sono stanchi e non sono dei coglioni. Bisogna mantenere le parole sennò si arrabbiano e ci sarà una rivolta”.
I provvedimenti sulla scuola
Questo l’elenco delle misure che potrebbero saltare nel caso in cui saltasse anche questa nuova formazione governativa:
- concorso riservato ai docenti di scuola secondaria con 36 mesi di servizio;
- concorso ordinario per la scuola secondaria;
- concorso ordinario per la scuola primaria e dell’infanzia;
- nuovi corsi abilitanti pas aperti anche ai docenti di ruolo purché con 36 mesi di servizio;
- estensione delle misure contenute nel decreto dignità per garantire la continuità didattica dei diplomati magistrali;
- concorso riservato ancora da discutere al Ministero, i docenti da scuola primaria dell’infanzia che non avevano le due annualità.