Il sondaggio è stato condotto dal Canale Scuola di Corriere.it in collaborazione con il Laboratorio Adolescenza. Si è svolto tra i mesi di marzo e maggio 2019 ed ha coinvolto 780 studenti delle scuole superiori di Milano durante l’orario di lezione, alla presenza di un docente e/o di un intervistatore.
Rapporto tra studenti e docenti
Il risultato sarebbe abbastanza confortante: secondo il sondaggio il 70,7% degli intervistati ha affermato che la comunicazione con i professori è generalmente buona e questo a prescindere dalla tipologia delle scuole. Passando dal biennio al triennio, la comunicazione sembra rafforzarsi, raggiungendo quota 72%. Per il 30% degli intervistati, invece, la comunicazione non sarebbe soddisfacente: inoltre una percentuale significativa di studenti e studentesse hanno affermato di andare ‘male’ a scuola oppure ‘così così’.
Rendimento a scuola e comunicazione col docente
Il rendimento scolastico appare strettamente collegato con la buona comunicazione tra docente e studente. Il Corriere ha raccolto la testimonianza di Teresa Caputo, insegnante dell’Istituto Tecnico Turistico ‘Varalli’ di Milano, una delle scuole campione dell’indagine: ‘Il recupero di un rapporto di fiducia con uno studente che ha un una comunicazione difficile con gli insegnanti, e che spesso si autoconvince di essere poco stimato e considerato come persona, non è cosa facile o scontata – ha dichiarato la prof – ma è necessario sfruttare tutti i canali possibili per riallacciare la comunicazione.’
La docente sostiene che questo lo si può fare tramite la famiglia, parlando con i genitori e spiegando loro che non esiste alcun preconcetto nei confronti del figlio. ‘Nella mia lunga esperienza – sottolinea la docente – ricordo successi straordinari in questo senso, ma anche tante situazioni che non si sono risolte in modo soddisfacente. L’importante, da parte di un insegnante e della scuola tutta, è provarci sempre’.
Conflitti in famiglia condizionano i rapporti col docente?
La buona comunicazione con l’insegnante è spesso collegata con quella familiare. Chi ha dei conflitti in famiglia tende ad averli anche in classe. Fulvio Scaparro, psicologo e psicoterapeuta, osserva: ‘Dipende dalla gravità del conflitto in famiglia. All’età del campione osservato, compreso tra i 15 e i 19 anni un normale tasso di conflitto familiare è inevitabile e generalmente non condiziona i rapporti con il resto del mondo, ma se il conflitto ed il disagio sono gravi, influiscono negativamente su tutto ed, in particolare, sul rapporto con il mondo adulto di cui gli insegnanti sono l’espressione extra-familiare con la quale gli adolescenti sono più a contatto’.