Ormai da anni, la questione ‘telefonino’ a scuola continua ad essere dibattuta. Se ne torna a parlare grazie ad un sondaggio condotto da Corriere.it e Laboratorio Adolescenza che hanno chiesto ad un campione di 780 studenti delle scuole superiori di Milano cosa ne pensassero dello smartphone in classe.

Il sondaggio del ‘Corriere’ sui telefonini a scuola

Inutile sottolineare che il 98,8 per cento degli studenti si sono detti contrari al divieto di portare il telefonino a scuola ma, in ogni caso, sul suo utilizzo le cose stanno diversamente. Per quanto riguarda la ‘modalità’ in cui dovrebbe stare lo smartphone, il venti per cento dei ragazzi ritiene che sarebbe più giusto spegnerlo completamente mentre la stragrande maggioranza degli studenti (più di due su 3, il 78,2 per cento) ritiene invece che debba essere solamente ‘silenziato’.

Il fatto di tenerlo ‘silenzioso’, però, rappresenta giustamente una risposta ‘furba’ in quanto non impedirebbe di continuare ad usare i social o guardare i messaggi su Whatsapp.
C’è chi ritiene che non far usare lo smartphone durante le pause o la ricreazione rappresenti addirittura un ‘sopruso’: il Corriere sottolinea però come l’utilizzo improprio degli smartphone si pratichi in prevalenza durante gli interventi (bullismo e cyberbullismo).
È degno di nota citare il fatto che spesso sono proprio i genitori che spingono ancora di più per il cellulare in classe all’insegna del ‘diritto’ delle famiglie di poter comunicare con i propri figli in qualsiasi momento o quasi.

Smartphone come orsacchiotto di peluche secondo Alessandra Marazzani di Laboratorio Adolescenza

Alessandra Marazzani, psicologa di Laboratorio Adolescenza, ha dichiarato al ‘Corriere’: ‘Il telefonino sta all’adolescente come l’orsacchiotto di peluche sta al bambino che se lo trascina costantemente all’asilo. È, come diciamo in gergo, un oggetto transizionale (termine introdotto dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott, ndr), ovvero un oggetto fisico, che fornisce conforto psicologico in potenziali situazioni di stress come quelle che talvolta può riservare la scuola. Il dramma è che mentre l’orsacchiotto prima o poi il bambino lo abbandona, il telefonino – a giudicare dai comportamenti di noi adulti – appare destinato ad accompagnare gli adolescenti come oggetto di una transizione senza fine’.