Come Gruppo di interesse V.I.Ph.D – Valorizzazione Italiana del Ph.D (area scuola del Comitato per la Valorizzazione del Dottorato), a nome di oltre 12.000 dottori di ricerca italiani, i diretti interessati comunicano una presa di distanza dalle intenzioni della principale proposta di emendamento al Decreto Scuola che l’associazione ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia) intende sottoporre ai dirigenti del MIUR tramite una propria delegazione in un incontro previsto per il prossimo 14 novembre.
Decreto Scuola: cosa succederà a fine Novembre?
A partire dal 25 novembre si discuterà presso la Camera dei Deputati degli emendamenti presentati al decreto D.L. 30 ottobre 2019, n. 126. In tale occasione l’ADI ha dichiarato di voler chiedere al MIUR la partecipazione al concorso straordinario ai soli dottori di ricerca con 2 anni di servizio nella Scuola.
Il motivo di tale proposta risiede nel fatto che il dottorato di ricerca è riconosciuto di base come anno di servizio in termini di punteggio nelle Graduatorie di seconda e terza fascia. Di conseguenza, assieme agli altri due richiesti si andrebbe tecnicamente a raggiungere il numero annuale minimo per la partecipazione al concorso straordinario.
Tuttavia V.I.Ph.D ha esplicato all’interno di un recente comunicato come le motivazioni per cui i dottori di ricerca dovrebbero essere ammessi allo straordinario non sono certo quelle precitate. L’associazione ricorda come il dottorato di ricerca sia il massimo titolo di studio riconosciuto dall’ordinamento formativo italiano ed internazionale.
Il dottorato ha durata triennale, anche se alcuni indirizzi di studio prevedono un anno in più. Nel corso di questi anni di servizio, i dottorandi di ricerca hanno facoltà di svolgere attività didattica secondo il D.M. 45/2013, all’interno di anni solari pieni. Le tre annualità previste per il ciclo dottorale sono in tutto e per tutto equiparabili a 36 mesi di servizio prestato al MIUR. A confermarlo sono varie norme giuridiche tra cui la L. 315/98 (art. 1, c. 1, lett. a) che ha disposto l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS, a decorrere dal 1 gennaio 1999, dei dottorandi con borsa di studio per la frequenza dei corsi di Dottorato di ricerca.